Sei un autore? Pensa come tale e non come un editore1 min read
Reading Time: < 1 minuteQuando si scrive un libro, un errore in cui si può incorrere è quello di pensare troppo come editori e troppo poco come scrittori. In un mercato, quello editoriale, competitivo, dove – almeno in Italia – vanno forte i thriller oppure i titoli nati sull’onda del successo del momento – 50 sfumature di grigio, Il trono di spade eccetera – la tentazione di allinearsi, imitare per guadagnare l’attenzione di un pubblico già allenato a un certo tipo di tematiche è forte. Però così facendo rinunci a ciò su cui si basa tutta un’opera: te stesso. Ecco, dunque, 10 consigli spietati e necessari che mi sento di darti se vuoi scrivere un libro.
Non pensare a un trend letterario
Non scrivere con l’intenzione di arrivare primo nella classifica dei più venduti
Non scrivere quello che pensi che gli altri vorrebbero leggere, scrivi il romanzo che tu vorresti leggere (e che non è ancora stato scritto)
Non pensare in termini di best seller
Mentre scrivi rimuovi dal tuo cervello il problema “trovare una casa editrice a cui proporre il manoscritto”
Manda a quel paese i cataloghi delle case editrici, tu sei il catalogo di te stesso
Manda a quel paese i generi letterari di riferimento, il tuo libro costituirà un genere letterario a sé
Quando scrivi non devi pensare a “un pubblico” (termine dalla valenza inevitabilmente economica), ma al lettore, devi pensare a chi ti legge, non a chi ti compra
Pensare a chi ti legge significa scrivere tenendo presente due premesse fondamentali: sincerità e chiarezza
Scrivi come se avessi una sola storia da raccontare: la tua. Quelle degli altri sono già state raccontate