Sei giorni di preavviso, La luna sulla pineta: il ritorno di Scerbanenco2 min read
Reading Time: 3 minutesLa nave di Teseo sta riproponendo oggi diversi titoli di Scerbanenco fuori catalogo. Per chi non lo sapesse, Giorgio Scerbanenco fu un giornalista e un direttore di testate per lo più femminili attivo negli anni ’50 e ’60, ma soprattutto uno scrittore. Uno di quei romanzieri prolifici, come ai tempi lo fu Emilio Salgari e più recentemente lo è stato il compianto Stefano Di Marino. Scerbanenco pubblicò soprattutto narrativa rosa e crime ed è con quest’ultima che è diventato celebre, o meglio, che è sopravvissuto alla propria morte.

Milano calibro 9, uno dei poliziotteschi che hanno segnato la storia del cinema, è ispirato a un racconto da lui firmato, Stazione centrale ammazzare subito. Scerbanenco era certamente un narratore seriale, e in quanto tale era in grado di assorbire le vicende e gli umori del mondo che viveva e farli rivivere sulla pagina. Molti suoi romanzi sono una testimonianza dell’Italia di allora, segnata dal boom economico ma anche della crescita criminale, fatta di rapine, sequestri e attentati.
I due romanzi pubblicati dalla Nave di Teseo che ho letto recentemente di questo autore sono Sei giorni di preavviso e La luna sulla pineta.

Il primo è il romanzo con cui esordisce Arthur Jelling, archivista del distretto di polizia di Boston, impegnato a risolvere omicidi apparentemente perfetti. Siamo nell’orbita del giallo, dalle parti di Arthur Conan Doyle e Agatha Christie. E devo dire che qui Scerbanenco non mi ha colpito più di tanto. Anzi, questa storia l’ho trovata piuttosto noiosa. Parla di un attore che riceve ogni giorno una lettera in cui gli si ricorda che il tal giorno alla tal ora verrà ucciso. Jelling indaga sulle persone che gli sono attorno. La storia alla fine è ripetitiva, il ritmo lento e la trama priva dei colpi di scena che, per un’opera simile, sono l’ingrediente essenziale.

Tutt’altra impressione mi ha lasciato La luna sulla pineta. Inizialmente pubblicato a puntate su un periodico femminile, questo romanzo, che narra due storie d’amore messe in difficoltà da una serie di eventi drammatici, è in realtà un noir a tutti gli effetti. Non a caso, qui, gli eventi drammatici sono una banda di falsari che vogliono impiegare un incisore per confezionare la banconota falsa perfetta, e la polizia che quello stesso incisore lo vuole impiegare come spia. Il romanzo si svolge per la maggior parte a Viareggio, in una pineta assediata dal gelo e dalla pioggia, descritta benissimo. Le atmosfere sono noir. La vicenda è un susseguirsi di fatti. Forse, dal punto di vista psicologico, si calca un po’ troppo sullo stato d’angoscia e di depressione dei personaggi, messi alla prova dalle circostanze, e sui tormenti amorosi delle due coppie, ma alla fine si ha la sensazione di essere davanti a un primo, riuscito noir italiano.
Sei giorni di preavviso (sconsigliato)
Pro: è la prima avventura di Arthur Jelling
Contro: ritmo lento, pochi colpi di scena
La luna sulla pineta (consigliato)
Pro: ritmo serrato, atmosfere dark, trama bene oliata
Contro: eccessivo sentimentalismo nella descrizione psicologica dei personaggi