Il collasso dell’Impero, di John Scalzi – recensione3 min read
Reading Time: 2 minutesIl collasso dell’Impero, romanzo scifi di John Scalzi, è una space opera, primo capitolo di una saga che consta di tre libri (due tradotti nel nostro paese) e pubblicata in Italia da Fanucci.
Due parole sull’autore. Scalzi è uno degli scrittori più interessanti nel panorama del scifi contemporaneo. Classe 1969, ha già scritto un bel po’ di romanzi ed è molto attivo in rete col suo blog Whatever. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti come l’Hugo, sia per il miglior sito di fantascienza che per il miglior romanzo, Uomini in rosso. Tra le tante cose, è consulente creativo per il franchise Stargate. Insomma, è un autore di genere di grande successo.
Il romanzo Il collasso dell’Impero è una lettura piacevole che sembra ideata apposta per accontentare sia i vecchi fan della fantascienza, quelli cioè che rimpiangono la cosiddetta età dell’oro e per cui il genere si è fermato a Isaac Asimov o poco oltre, sia un pubblico più giovane e, diciamo, aggiornato ai nuovi registri. La storia è, come detto, una space opera, un’epopea spaziale con tanto di astronavi, imperi e aristocratici che vogliono rovesciare l’ordine costituito per ottenere il potere. L’aspetto innovativo rispetto alla tradizione è il linguaggio e, almeno in questo primo capitolo della saga, un’attenzione a dare valore a un eroismo tutto al femminile, che ormai nella fantascienza contemporanea sta diventando la regola.
I personaggi decisivi sia nel bene che nel male, sono donne: l’imperatrice Cardenia e la sua acerrima nemica, figlia della casata Nohamapetan, due figure molto carismatiche; anche il lato action e meno strategico della trama vede al comando delle astronavi donne spietate e geniali; i maschi rivestono ruoli di spalla. Su questo fatto, che cioè la fantascienza e il fantasy stanno diventando mondi letterari e non solo in cui il sesso sia di chi scrive sia di chi agisce all’interno della pagina, è una questione fondamentale e quanto l’elemento femminile sia un calcolo editoriale o la conseguenza di una generazione di autrici davvero capaci (o entrambe le cose) ci sarebbe da fare un lungo discorso. Qui ci limitiamo a dire che Il collasso dell’Impero è attuale anche per questo: le donne pensano, le donne combattono, le donne vincono.
Dal punto di vista stilistico, la scrittura di John Scalzi è ironica, forse eccede a tratti nel turpiloquio, ma in generale i dialoghi sono ben costruiti.
Dal punto di vista delle trovate, non ne abbiamo di notevoli. Ok, c’è la storia del Flusso, una sorta di diramazione subspaziale, di grande raccordo anulare spaziotemporale che permette alle astronavi di viaggiare in tempi relativamente brevi da un capo all’altro della galassia, ma non è poi questa gran genialata. Una cosa che va detta è che Il collasso è un romanzo scifi con un’anima profondamente fantasy, o meglio, con un taglio decisamente tronodispadesco: aristocrazia dilaniata da mille conflitti, contraddizioni interne alle famiglie, imperi e poi la conquista del potere. Se qualcuno mi dicesse che Scalzi è un patito di Game of Thrones non mi stupirei.
Pro
Scrittura ironica
Trama ben congegnata
Personaggi (specie quelli femminili) ben delineati
Contro
Scarsa inventiva
Scarso dettaglio negli scenari (a volte il contesto è così poco delineato che si ha l’impressione di leggere più un copione brillante che un romanzo)
A chi piace
A quelli che amano la space opera, Il trono di spade e le storie che scivolano via facili; astenersi i noiosoni per cui la fantascienza non è tale se non eleva al di sopra di tutto il dato sientifico.