Scrivere fantascienza: creare un’astronave3 min read
Reading Time: 3 minutesSe scrivi un romanzo scifi ambientato parzialmente o completamente in un’astronave, prima di delinearla sulla pagina, a mio parere devi tener conto dei seguenti elementi:
Quanto sarà lungo il viaggio
Qual è lo scopo del viaggio
Che tipo di equipaggio salirà a bordo
Nella fantascienza di Asimov l’astronave è sostanzialmente un mezzo dalla tecnologia avanzata (la Far Star che si guida col pensiero) per raggiungere luoghi nella galassia distanti anni luce. È uno strumento di spostamento come, in Star Wars, può esserlo il Millennium Falcon per quanto esso costituisca un valore affettivo per chi lo guida.
In Star Trek l’astronave assume quasi il valore di una provincia: è un mezzo colossale, attrezzato per volare nello spazio senza limiti di distanze, ma soprattutto è la sede dove abita una comunità in cui membri imparano a conoscersi e a relazionarsi. È sì uno strumento tecnologico, ma soprattutto un teatro di vita sociale.

Nel romanzo Universo (anche tradotto Orfani del cielo) di Robert A. Heinlein, abbiamo a che fare con un’astronave generazionale in cui si organizza un sistema-mondo fatto di operai, contadini eccetera e dove vigono leggi e religioni precise.
Ci sono poi le astronavi organiche, veri e propri organismi, ibridi di tecnologia e natura.
Infine ci sono le astronavi portali, come quello di Stargate che consente viaggi istantanei da un luogo all’altro, o di Contact, film di Zemeckis ispirato all’omonimo romanzo di Carl Sagan.

Insomma, l’astronave oltre ad essere uno strumento di viaggio dotato di una fantastica tecnologia, è l’incarnazione del viaggio stesso e quindi un elemento condizionante di tutto il tuo romanzo.
Un’altra questione che devi considerare:
Quanto desideri che la tua astronave sia un mero mezzo di trasporto e quanto un personaggio.
In Alien, l’astronave in sé non è un essere pensante, ma il computer che la comanda, Mater, si propone come un’intelligenza artificiale in contrasto con la volontà umana. Stessa cosa per Hal, il computer di 2001: Odissea nello spazio. C’è poi una saga recente che ha avuto successo, Ancillary dell’autrice Ann Leckie, composta di quattro capitoli in cui si descrive un futuro dominato da un’unica intelligenza artificiale che governa una nave da trasporto, la Justice of Toren in grado a sua volta di comandare corpi umani ormai ridotti a gusci vuoti.

Venendo alla questione tecnologica:
Dotate la vostra astronave di una tecnologica che sia memorabile e rimanga impressa in chi legge.
In Star Trek mi viene in mente il ponte ologrammi oltre alla velocità di curvatura. Nel sopracitato Orfani del cielo, l’astronave è come un cono fatto di vari componenti che ruotando hanno un rapporto diverso con la gravità. Ciò che è caratteristico e rimane impresso nella mente dei lettori non deve però avere a che fare necessariamente con la tecnologia. Sempre in Star Wars, dell’Imperial Destroyer ricordiamo sostanzialmente che è enorme e ha una forma triangolare.

Un consiglio è quello di evitare i cliché.
Se c’è qualcosa che la fantascienza ha trattato fin dai suoi esordi è proprio l’astronave. Oggi un autore che scrivesse di dischi volanti provenienti dallo spazio bianchi e a forma di aspirina, farebbe inevitabilmente – e magari senza volerlo – il verso a certa fantascienza degli anni Cinquanta, così come se, in materia di alieni, scriverebbe di omini verdi con le antenne.
La regola è sempre quella di essere credibili, anche quando si ha a che fare con l’inverosimile.
Infine, un contenuto che può interessarvi: su DeviantArt, DirkLoechei ha riassunto in una bella infografica tutte le astronavi più belle della fantascienza.