Oltre lo specchio, il presente e il futuro della fantascienza in Italia (e non solo)2 min read
Reading Time: 2 minutesSono le due domande su cui ci si è interrogati durante in panel da me moderato al festival dell’immaginario fantastico e di fantascienza Oltre lo specchio, dal titolo Resistono fantascienza e fantastico in Italia? e a cui sono intervenuti ospiti di tutto rispetto, ovvero Stefano Di Marino, Giuseppe Festino, Mario Gazzola, Giovanni Mongini, Franco Piccinini e Andrea Vaccaro. Numerosi gli interventi anche tra il pubblico, ad esempio da parte di Silvio Sosio, editore di Delos e Dario Tonani, autore scifi tra i più apprezzati in Italia.
Dato che sarebbe troppo lungo riportare qui, in termini discorsivi, quello che ci si è detto, lo farò per punti, citando anche le cose di cui si è parlato nell’evento precedente, Distopie e fantasmagorie italiane.
La fantascienza è sempre più difficilmente etichettabile e oggi i giovani “non cercano fantascienza”, non si pongono nemmeno il problema se ciò che leggono sia fantascienza oppure no. La distopia di Divergent e Hunger Games è fantascienza? È una domanda che si fa chi è abituato a far coincidere la fantascienza con la space opera o il periodo d’oro di questo genere. Un ragazzino legge e basta.
La fantascienza italiana è attiva e un disco volante è definitivamente atterrato a Lucca, ma si fonda ancora su uno zoccolo duro di appassionati, gli stessi che partecipano a eventi come il festival Oltre lo specchio. Ci si è chiesti come si possa portare i giovani alla fantascienza. Ci si è anche chiesti se non sia il caso che la fantascienza vada dai giovani toccando tematiche che magari chi è appassionato di scifi tradizionale (e considera quest’ultima la sola fantascienza possibile) non ha ancora sfiorato.
Ci si è chiesti se i videogiochi abbiano in parte ridotto l’influenza dei romanzi di fantascienza oppure ne abbiano incentivano la pubblicazione e la lettura. Certo, i videogiochi hanno dato forma a molto dell’immaginario scifi che un tempo era dominio della letteratura e del cinema, ma va anche detto che sono stati pubblicati molti romanzi ispirati a universi scifi nati con alcuni videogiochi (Halo, Borderland, Assassin’s Creed) e alcuni non così schifosi come verrebbe istintivo pensare.
Si è parlato di universi narrativi, oggi ecosistemi importantissimi in grado di far convergere vari media. Un esempio su tutti Star Wars che genera romanzi, saggi, serie tv animate, videogiochi, fumetti e naturalmente film.
Si è parlato dell’editoria italiana. Al solito si è imputato agli editori la colpa di non essere visionari, coraggiosi, di non saper scommettere confinando i cataloghi nei soliti titoli prevedibili di genere thriller o intimista. Ma si è anche specificato che quello dell’editore è un mestiere che per sopravvivere deve generare utili e la scommessa è un lusso che può permettersi chi ha le spalle coperte.