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Romanzi sull’odio4 min read

3 Giugno 2019 3 min read

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Romanzi sull’odio4 min read

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Odio è una parola che viene citata spesso di questi tempi, sulla scia di altre parole come xenofobia, intolleranza, sovranismo, populismo, social network eccetera.
Papa Bergoglio, domenica, ha raccomandato i politici di non seminare odio.
Davvero l’odio è un sentimento dei nostri tempi oppure è una parola usata in maniera poco appropriata e divulgata attraverso i social network dove l’odio è più che altro uno sport per leoni da tastiera?
In letteratura ci sono diverse opere, spesso anche di qualità, che sono state scritte ispirate dall’odio o lo hanno analizzato.
Il primo autore che mi viene in mente è Louis Ferdinand Céline. Quanto, in Viaggio al termine della notte, il suo capolavoro, l’odio è mascherato da pietà e quanto la pietà è mascherata dall’odio? Di sicuro non c’è maschera nel libello antisemita che l’autore scrisse contro gli ebrei, Bagatelle per un massacro. Una colata di stereotipi e razzismi che nausea.

Un altro autore che ha fatto dell’odio il suo pane, è Dante Virgili. Molti di voi può darsi che non lo conoscano. Dante Virgili (1928-1992) è stato un correttore di bozze alla Mondadori di Milano e un autore di libri seriali per ragazzi. Nel 1970 scrisse La distruzione, un romanzo scritto secondo lo stile del flusso di coscienza in cui veniamo a conoscenza dei pensieri di un correttore di bozze, ex interprete delle SS, che vive nel sogno nostalgico di un regime totalitario filonazista. Egli vive la sua quotidianità sovrapponendo alla routine fantasie di omicidi, stermini di massa (addirittura in uno di questi l’autore anticipa il crollo delle torri gemelle) e praticando del sadomasochismo che niente ha a che vedere con l’erotismo fetish e glamour di Cinquanta sfumature. Molti considerano La distruzione un capolavoro o, quanto meno, un libro interessante, non ultimo Roberto Saviano. Ad ogni modo, se volete leggere un romanzo che spieghi che cos’è l’odio dal di dentro, quello di Virgili è il titolo giusto.

Un altro romanzo sull’odio che ho letto recentemente è Tony & Susan, di Austin Wright, un noir da cui è stato tratto un film dal titolo Animali notturni. Il romanzo narra un romanzo nel romanzo. Cioè è la storia di Susan che riceve il manoscritto di Edward, il suo ex marito che aveva sempre sognato di diventare uno scrittore. Quando Susan lo aveva lasciato per un altro uomo – il suo attuale marito, un medico di successo – Edward era letterariamente immaturo, non prometteva nulla di buono. Invece il manoscritto lo mostra autore che possiede la materia a tal punto che Susan lo legge avidamente appassionandosi alla storia.
Il romanzo di Edward parla di un marito, una moglie e sua figlia che, di ritorno dalle vacanze, in autostrada vengono affiancati dall’auto di tre bifolchi. DA QUI IN AVANTI SPOILER. I tre rapiscono la moglie e la figlia e lasciano l’uomo, Tony, solo, in piena notte, in una zona desolata. Più tardi Tony, grazie alla polizia, risalirà ai cadaveri delle due donne che recano segni di violenza carnale.
Ha inizio un viaggio interiore di Tony, quello dell’odio. L’odio per i tre uomini che hanno rapito, violentato e ucciso sua moglie e sua figlia, rovinandogli la vita. Un odio con cui egli si confronterà e che, a tratti, avrà paura di perdere poiché in esso, in quel sentimento pieno e definito, riconosce ormai se stesso. FINE SPOILER


Tony & Susan
esplora l’odio dal punto di vista strettamente personale. Certo, Wright avrebbe potuto farne anche materia sociale. Tony e i tre uomini in cui si imbatte in autostrada viaggiano su due classi sociali diverse. Lui è un colto professore universitario, economicamente sistemato, loro sono dei campagnoli senza istruzione. Ma non è questa la preoccupazione dell’autore. C’è poi un altro odio, in questo romanzo, molto più sottile di quello di un uomo che cerca vendetta, ed è quello nei confronti di Susan. È come se Edward inviandole il suo manoscritto, avesse voluto punirla. Come? Rendendola conscia di varie cose su se stessa. Mentre legge il romanzo dell’ex marito, difatti, Susan non può fare a meno di pensare a parallelismi con la propria vicenda esistenziale scoprendosi una donna inespressa, legata a un uomo più per convenienza e conformismo e che vede ora nel passato una serie di occasioni perse.
C’è un odio attorno a Susan, impalpabile, forse l’odio di Edward che era stato sottostimato e l’ha voluto punire o forse un odio più sottile che proviamo noi lettori nei suoi confronti.

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