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Librerie di quartiere, il Covo della ladra in via Padova a Milano4 min read

29 Gennaio 2019 4 min read

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Librerie di quartiere, il Covo della ladra in via Padova a Milano4 min read

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articolo pubblicato su Wired.it

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Aprire una libreria di quartiere ai tempi del digitale. Secondo Mariana Merighi è tutt’altro che un’impresa folle e in controtendenza con il nostro presente e le opportunità che ci offre.
Qualche passo indietro: chi è Mariana?
Figlia di librai (e nipote, suo nonno gestiva una libreria giuridica a Como) è probabile che molti di voi la conoscano come “La ladra di libri” nome che ha dato al suo blog (e oggi sito della libreria) che tratta appunto di libri. Nel 2017 Mariana si organizza per aprire la libreria il Covo della ladra in uno dei quartieri più multietnici di Milano, via Padova. Nel tempo il Covo diventa non solo un posto dove comprare libri, ma conoscere, confrontarsi, partecipare a eventi come quello svoltosi sabato 26 gennaio, una sorta di talk show sul tema della famiglia e i suoi segreti, coordinato da Manuel Figliolini della Bottega del Giallo e che ha visto la partecipazione degli autori Bruno Morchio, Paolo Valentino, Lucia Tilde Ingrosso ed Elena Mearini.

La libreria di quartiere è un’idea meno peregrina di quanto possa sembrare.
“Quando su NoLo (acronimo di Nord Loreto, ndr), una delle social district più attive del quartiere, scrissi un post chiedendo cosa ne avrebbero pensato gli utenti se avessi aperto una libreria, le risposte furono tante e positive”, racconta Mariana.

E così hai lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela per concretizzare la cosa.
“Mancavano tremila euro per finanziare l’impresa. Grazie alla piccola community online che il blog aveva formato in quasi un anno di vita, a una serata di Live Crowd da noi organizzata a base di musica e libri al locale Ligera e a un lavoro costante tra giornali e social, siamo riusciti a raccogliere più di quattromila euro.”

Come mai proprio via Padova?
“In via Padova ci vivo da quasi dieci anni e vedo ogni giorno le tensioni che la attraversano, non solo critiche e disgregative, ma anche aggregative. E credo molto in quello che i suoi abitanti stanno facendo e la spinta di rinnovamento dal basso che stanno dando a processi che coinvolgono la nostra semplice quotidianità. Molto del futuro di Milano come metropoli internazionale penso stia in situazioni come via Padova, la loro evoluzione in modelli positivi.  E poi via Padova perché non c’era una libreria in tutto il quartiere da quasi dieci anni!”

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Torniamo al digitale: è nemico delle librerie – soprattutto le piccole – che stanno chiudendo?
“Questa storia della crisi delle librerie ammazzate dal digitale non è che mi abbia mai convinto a pieno. Vengo da quel mondo (gestivo una piccola agenzia di comunicazione digitale) e penso sia più uno strumento che la causa di questa crisi. I lettori non sono più solo in strada, ma hanno forme e modi di aggregazione diversi. Quando abbiamo aperto il Covo ci siamo chiesti dove si trovassero e come leggessero. Stiamo ancora studiando, ma mentre lo facciamo sperimentiamo i gradi di interazione e coinvolgimento del pubblico online, pur rimanendo una libreria fisica.”

Che romanzi trova chi entra nella Libreria del Covo?
“Prevalentemente gialli, noir e thriller, con una parentesi abbastanza nutrita dedicata alla letteratura fantastica – da fantascienza a fantasy e distopia – a quella per i bambini. Tanti classici ma anche le novità delle case editrici indipendenti.”

Parlaci delle iniziati che coniugano la tua libreria fisica a quella digitale.
“Abbiamo lanciato, a gennaio, il nostro bookshop online e lo abbiamo studiato in modo che diventasse una vera e propria estensione della vita della libreria: dalla chat diretta, agli streaming live con gli autori, secondo il format degli Open Book Live; dai percorsi di lettura e le promozioni in vetrina, alle letture in podcast, come già per la trasmissione INCIPIT32. L’idea è quella di permettere a tutti i lettori appassionati di giallo e fantastica, di poter entrare in libreria anche da casa propria.”

Esattamente cos’è l’Open Book Live?
“Una nuova forma di presentazione del libro. Stiamo cercando di trasformare una tradizionale presentazione letteraria in un talk show, irriverente e divertente, con contributi musicali e domande al pubblico. Ma non solo. Ogni Open Book Live è trasmesso in live streaming sul nostro canale Facebook e condiviso su tutti i nostri canali, anche YouTube. E al pubblico virtuale sono dati tutti i poteri del pubblico in libreria: possono partecipare attivamente durante la diretta con commenti e domande, e possono acquistare il libro autografato dall’autore ospite, direttamente dal bookshop on-line.”

Domanda obbligatoria per concludere: come vedi il destino delle librerie?
“Non ho una risposta, ma l’ultimo rapporto AIE sullo stato dell’Editoria mi suggerisce una riflessione. Per la maggioranza dei lettori la libreria rimane ancora il punto di acquisto preferito, vincendo su ecommerce e gradi distribuzioni. Forse, come librerie, dovremmo sfruttare questo dettaglio e diffondere con maggior forza le ragioni della lettura.”

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