6 consigli che puoi tranquillamente ignorare se vuoi scrivere un romanzo3 min read
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In rete ci sono molti siti che spiegano come scrivere un romanzo, postando liste di consigli che vanno da “scrivi di notte” a “butta giù uno schema della trama”. Anche noi abbiamo pubblicato i nostri how to dedicati a chi intendesse scrivere un romanzo fantasy, di fantascienza o distopico. Ma pensiamo che l’arte di narrare sia così personale e soggettiva che oltre a una lista di consigli non sarebbe male pubblicare anche una lista di “non consigli”, ovvero cose che in teoria dovresti fare ma visto che scrivere un romanzo non è come scrivere una tesi e l’arte non ha scuole, puoi anche lasciar perdere.
1. Non isolarti a meno che tu non ne senta il bisogno
Moravia diceva di scrivere ovunque, anche nelle camere d’albergo. Salinger scrisse alcuni capitoli de Il giovane Holden in trincea. Quando si esiliò dal mondo e andò a vivere in montagna, tra i boschi, la sua produzione avvertì un calo fino al silenzio editoriale. Sartre scriveva in un caffè, la Rowling in un pub. Insomma, il messaggio è che puoi scrivere ovunque, purché tu ne senta l’esigenza.
2. Non seguire le mode editoriali
Molti lo fanno. Quanti self publisher hanno scritto una saga fantasy influenzati dal successo del Trono di spade di Martin (o magari sull’onda della sola serie tv)? A volte sono gli editori che ti spingono su quella strada. Mi è capitato di seguire corsi di scrittura creativa dove mi si scoraggiava di scrivere fantascienza: al pubblico italiano non interessava, di conseguenza nemmeno agli editori. Puoi seguire la moda se sei un buon artigiano, uno di quegli scrittori che progetta trame e le mette per iscritto. E ce ne sono di bravissimi. Ma il primo lettore della tua storia sei tu stesso. Se ti annoi a leggerla (e a scriverla) stai pur certo che si annoieranno anche gli altri. Insomma, nell’arte come nella vita: sii te stesso.
3. Ruba il lavoro altrui
Picasso diceva che i buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano. Le idee altrui, se buone, sono la migliore refurtiva. Se secondo te un autore ne ha avuta una valida rubala e falla tua, l’idea è secondaria al tono, al modo in cui viene presentata ed è il modo, lo stile che segna l’originalità di un autore.
4. Non raccontarti che non ti interessa diventate ricco e famoso
Un artista è anche un imprenditore e un libro un prodotto. Quanti di voi aspiranti scrittori sognano di poter scrivere della loro scrittura e basta, un giorno o l’altro? Per farlo bisogna esser realisti e onesti con se stessi: la letteratura può anzi deve essere una fonte di guadagno. E guadagnare rende tanto orgogliosi quanto ricevere buone critiche. Diceva Stephen King: “se uno scrittore riesce a scrivere, riesce a pubblicare quello che scrive, riesce a farsi pagare un assegno per quello che ha scritto e con questo assegno riesce a pagare le bollette, ecco, allora è uno scrittore di talento”.
5. Non sacrificare nulla di ciò che ti emoziona alla letteratura
Il celibato ecclesiastico è sbagliato. Prova ne sono le streghe e gli eretici arsi sul rogo e i recenti casi di pedofilia che hanno messo in ginocchio la Chiesa Cattolica. Chiedere a un artista di rinunciare alle gioie della vita nel nome dell’arte è sbagliato quanto chiedere a un uomo di rinunciare alle gioie del sesso nel nome di Dio. Siamo uomini e la nostra esperienza umana è la materia prima di ciò che mettiamo per iscritto. Rinunciarvi non porterà a nulla.
6. Non credere a chi dice di scrivere solo se non si può farne a meno
Si scrive anche per passare il tempo, per hobby, per qualsiasi motivo. I grandi romanzi sono nati anche così’, per ragioni non strettamente artistiche. La seconda parte del Don Chisciotte venne scritta in opposizione a un sequel apocrifo che stava circolando ai tempi. A volte è proprio l’esigenza concreta, economica, che fa sgorgare il talento che si ha dentro.