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Cosa fare dei libri brutti ricevuti per Natale?2 min read

29 Dicembre 2018 2 min read

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Cosa fare dei libri brutti ricevuti per Natale?2 min read

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C’è da premettere che, nonostante quanto io stessa paventavo, quest’anno coi regali mi è andata benone: pochi libri ma ottimi. Ma ci sono stati anni meno fortunati, e anche se non compaio tra i lettori delusi di quest’ultimo Natale, nulla mi assicura che non riceverò emerite ciofeche editoriali il prossimo. Ci sono ferite insanabili, e quel Tre metri sopra il cielo ricevuto in quarta superiori è una di quelle.
Che fare, dunque, con i libri malnati, quelli che li teniamo tra le mani e pensiamo alla Biblioteca di Alessandria d’Egitto? Prima di tutto si abbozza, poi si ringrazia che a Natale basta il pensiero, pure quello brutto. Quel che segue può variare considerevolmente; vi offro svariate soluzioni, più o meno praticabili, perlopiù poco etiche.
1. Soluzione positiva edificante: esistono le biblioteche e i punti di bookcrossing. Perché non lasciare che il libro vada incontro lì a un lettore confacente?, – premesso che esista.

2. Soluzione economicamente pratica: se il libro è tutto sommato vendibile, si aprono innanzi al ricevente del dono le porte delle librerie dell’usato, del Libraccio, delle bancarelle in cui si affastellano vecchie copie di La profezia di Celestino e di Il nome della rosa, – vai a sapere perché, quelle non mancano mai.

3. Soluzione antipatico-punitiva: tenere il libro come monito e l’anno venturo regalare al donatore l’ultimo libro dello stesso autore. Che assaggi la sua stessa medicina.
4. Soluzione decoupage: se anche la copertina fosse brutta, è difficile che l’interno non sia splendido. Non mi riferisco alla storia, ma alle parole che decorano d’inchiostro le pagine. Si possono usare per ricoprire un tavolo, per creare origami e decorazioni natalizie. Non mi invento niente, anzi, lascio pure qualche link a chi volesse cimentarsi, qui  e qui.

5. Soluzione criminale: ritagliare le lettere una ad una, ricomporle in un’esplicita minaccia e spedirla anonimamente ai propri nemici.
(Parlo bene io, che ringrazierei pure di fronte alla biografia di Barbara d’Urso).

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