Come scrivere una scena di paura3 min read
Reading Time: 3 minutesIl genere horror, checché ne dicano i detrattori, è senza dubbio uno dei più complessi stilisticamente. Dico questo per il semplice motivo che non è facile far paura a qualcuno con la parola scritta. Non è facile toccare delle corde così intime da poter far spaventare il lettore. La cosa funziona sicuramente meglio al cinema, in cui le immagini in movimento suggeriscono più facilmente un momento pauroso.
In un certo senso si può dire quindi che fare paura scrivendo è una vera e propria arte. Inoltre, se il tentativo dovesse fallire, c’è il rischio di avere esattamente l’effetto contrario, cioè dare l’impressione di essere di fronte a qualcosa di ridicolo o addirittura comico.
Mi sono chiesto dunque se non ci fossero delle tecniche, dei punti fermi da tenere presenti al fine di descrivere una scena spaventosa ed efficace. Ho fatto alcune ricerche, e anche con qualche buon risultato che mi appresto a condividere con voi.
Si potrebbe fondare il successo di una scena di paura su quattro punti fondamentali. Questi non sono necessariamente confinati al genere horror, ma possono venire impiegati per qualsiasi scena che ha bisogno di quel pizzico (o manciata, se volete) di suspense in più.
1) Il lettore sa più del personaggi.
Quante volte, magari davanti alla TV, abbiamo gridato al protagonista: “No! Fermati! Non entrare!”? È chiaro che l’aspettativa di una situazione orribile aumenterà l’ansia nel lettore, il quale si concentrerà avidamente su quello che sta leggendo tralasciando il mondo intorno a sé. Qui, per aumentare la tensione, può essere utile mostrare una paura crescente. Soffermarsi su dettagli fisiologici, come le pupille dilatate, il respiro affannoso, i passi cauti di un protagonista che sospetta qualcosa di terribile, ma la cui curiosità non gli permette di fermarsi. In questo modo il lettore sarà assorbito nella lettura perché in attesa della scena madre in cui il fattaccio accade. Ma come convogliare al meglio questa tensione?
2) Il lettore deve essere completamente concentrato sulla scena
Per fare in modo che il lettore venga totalmente rapito dalla situazione assurda che il personaggio sta vivendo, è necessaria una ricerca al dettaglio non indifferente. Dobbiamo fare in modo che ci sia uno zoom sulle reazioni del personaggio, che i particolari siano curati, al fine di rallentare il tempo della narrazione e in questo modo cercare di far provare ogni millisecondo di quel momento anche al lettore. Noi sappiamo che qualcosa andrà storto: più lungo sarà il momento di tensione – più dettagli ci saranno, quindi – più l’esplosione di paura nella scena del fattaccio sarà efficace.
3) Il lettore non deve sapere quando il terrore colpirà
Come per il piacere: e se l’attesa della paura fosse essa stessa la paura? Certo, questa necessità si sviluppa lungo un numero di pagine non preciso. Il lettore deve essere in una costante condizione di instabilità. Deve continuamente domandarsi quando l’assassino/mostro/decidete voi cosa si paleserà. Tuttavia bisogna fare attenzione. Una scena troppo lunga può rischiare di sgonfiare la tensione. Una troppo corta potrebbe non raggiungere il risultato auspicato. Qui vi può aiutare solo un gran numero di riletture attente a quello che avete scritto; non siate soddisfatti finché il tutto non gira nella maniera desiderata.
4) Il terrore non arriva quando il lettore se lo aspetta
Ovviamente, dopo tutta questa agitazione incredibile, bisogna fare in modo che lo spavento abbia anche l’effetto sorpresa. Il fattaccio deve arrivare esattamente quando il lettore non se l’aspetta. Per fare ciò, bisogna sapere COSA il lettore si aspetta, evitarlo sapientemente e trovare un escamotage narrativo che spiazzi completamente. Bisogna fare uno sforzo notevole, essere creativi, ma allo stesso tempo mantenere naturale la narrazione, perché spesso è proprio la verosimiglianza a spaventare di più.