Figure retoriche e Pastorale Americana di Philip Roth2 min read
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Le figure retoriche sono artifici linguistici che servono a creare un effetto. Ne esistono di molti tipi, alcune si basano sul significato delle parole e altre sulla loro forma. Molte si usano nel linguaggio di tutti i giorni, scritto e parlato, soprattutto nel campo della comunicazione, dalla pubblicità al giornalismo. Molto numerose, per esempio, sono quelle che si usano in ambito sportivo.
Qua vediamo alcune delle principali figure retoriche usate nella scrittura in prosa, prendendo come esempio Pastorale Americana, capolavoro scritto da Philip Roth nel 1997 e pubblicato in Italia l’anno successivo da Einaudi, con la traduzione di Vincenzo Mantovani.
L’anafora è la ripetizione di una o più parole all’inizio di una o più frasi, versi o periodi.
Uomini limitati provvisti di un’energia illimitata; uomini pronti a esserti amici e altrettanto pronti a stufarsi di te; uomini per i quali la cosa più seria nella vita è andare avanti nonostante tutto.
La cosa sorprendente non era che si fosse abbruttito. La cosa sorprendente era che riuscisse ancora, certe volte, a essere civile.
Il climax, invece, è un elenco in cui i termini sono disposti in ordine di intensità, per enfatizzare un’emozione crescente, oppure il suo contrario.
Stavo uscendo per andare al lavoro. Una velocità spaventosa. Il motore che geme. Uno stridore impossibile. Una cosa terrificante. Mi ha gelato il sangue nelle vene.
L’iperbole (dal greco ὑπερβάλλω, “gettare oltre”) è, semplicemente, un’esagerazione.
Il dio (con tutti i sui sedici anni) mi aveva accolto nell’olimpo degli atleti. L’adorato aveva riconosciuto l’adoratore.
L’ironia, molto diffusa anche nel linguaggio di tutti i giorni, è un’espressione che dà alle parole un significato contrario o diverso da quello letterale con intento critico e derisorio.
A metà del primo inning la donna che era con noi si rivolse a me e disse: ─ Avresti dovuto vedere la tua faccia… Tanto valeva che ci dicessi che era Dio.
Il sarcasmo, invece, è una forma di ironia tagliente, talvolta brutale.
Ragazza incantevole, ─ disse Jerry con una voce che era tutto disprezzo, ma che non sembrava contenere tutto l’odio e il disprezzo che lui provava.
Si usa la litote quando si vuole affermare un concetto mediante la negazione del contrario.
Nessun oggetto che pesi poco come una pallina da ping-pong può essere letale, eppure, quando Jerry la colpiva, l’omicidio non doveva essere lontano dalla sua mente.
Con il termine onomatopee si indicano le parole o le espressioni che imitano un suono naturale o di un oggetto.
Le ragazze pompon della scuola avevano un urrà apposta per lo Svedese.
Metafora e similitudine sono due paragoni più o meno espliciti.
I suoi capelli d’oro si erano un po’ scuriti, ma non diradati; non erano più corti, ma gli cadevano in ciocche piuttosto abbondanti sulle orecchie e sul colletto.
Jerry era troppo mortificato per dirgli che lo aveva fatto perché la ragazza gli cadesse tra le braccia e lo baciasse come Lana Turner baciava Clark Gable.