La rinascita della narrativa italiana5 min read
Reading Time: 4 minutesArticolo di Paolo Armelli pubblicato su Wiredit
Se si osserva la classifica dei libri più venduti in queste settimane, al primo posto troviamo il secondo volume Storie delle buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo. Delle altre posizioni nella top 10 dei più venduti, altri sei sono autori italiani: Daria Bignardi con Storia della mia ansia, Alessandro Milan con Mi vivi dentro, e poi le youtuber Sofia Viscardi e Iris Ferrari, Fabio Volo (e ancora Favilli e Cavallo con il primo volume delle Storie). La dominanza tricolore delle prime posizioni delle classifiche dei più venduti è, a una rapida occhiata, un fattore costante dell’ultimo periodo.
L’impressione, al di là delle vendite puntuali, è che la narrativa italiana stia in questi anni conquistando una posizione sempre più centrale nel panorama librario nostrano. In realtà, al di là dei grandi nomi dei bestseller internazionali come Dan Brown, Fred Vargas, Ken Follett ecc., la preferenza dei lettori in Italia è sempre data agli autori nazionali, ma negli ultimi anni il fenomeno si assesta sempre di più e si configura secondo tendenze nuove. Si può dire che dall’exploit di Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi nel 2008, c’è stato un progressivo affermarsi di una nuova generazione di autori italiani che stanno rimodellando l’orizzonte narrativo del nostro Paese.
I grandi nomi della scrittura italiana, da Camilleri a Maraini, da Eco a Tamaro, hanno lasciato pian piano spazio a nuovi nomi che da emergenti si sono fatti subito conosciuti. Dopo un buon numero di autori affermatisi fra gli anni Ottanta e Novanta (De Carlo, Ammanniti, Scurati, Scarpa, Nove ecc.) e un periodo di relativa stasi, almeno negli ultimi dieci anni sono emersi dei fenomeni narrativi davvero nuovi per orizzonte tematico, stilistico e pragmatico: basta pensare al clamoroso successo di Paolo Cognetti con Le otto montagne l’anno scorso o di Donatella Di Pietrantonio con L’arminuta, o ancora prima di Marco Missiroli con Atti osceni in luogo privato e Silvia Avallone con Acciaio, solo per sottolineare alcuni fra i più significativi.
Una mole di autori che si impongono anche all’ombra di un fenomeno come quello di Elena Ferrante, che da nazionale si è fatto internazionale, con un eco in altri paesi che nel passato prossimo hanno avuto (su scala molto più ridotta) solo Eco, Tabucchi e forse di recente Alessandro Baricco. Sono anche i dati a parlare: secondo le statistiche dell’Associazione Italiana editori, la narrativa di autore italiano è tra i settori che ha mostrato in questi anni andamenti migliori rispetto alla media del mercato. Calano in effetti le traduzioni di libri stranieri in generale, passando da un 23%-24% degli anni Novanta fino a un più modesto 17%-18% dell’ultimo decennio. Le vendite della narrativa di autore italiano nel 2011 (escluso Amazon e ebook) rappresentavano il 36% del valore delle vendite nei vari canali commerciali, mentre nel 2016 sono salite al 41%.
Questa crescita si può addurre a fondamentalmente due fattori. Da una parte una nuova generazione di scrittori, generalmente più digitale e cosmopolita, si è aperta a tutta una varietà di letteratura di genere (il thriller, il fantasy, il young adult ecc.) che prima a fatica si aveva modo di trovare se non in narratori stranieri. Anche per via di questo, poi, gli editori italiani si sono sempre più affidati a un lavoro di scouting più puntuale, per scovare o coltivare nuovi scrittori emergenti. In questi anni molti editori (vengono in mente in particolare Einaudi e mimimum fax) hanno fatto da vero e proprio vivaio, talvolta rischioso, di nomi giovani, spesso coadiuvati da altre istituzioni o iniziative, spesso con un occhio al digitale.
Uno dei casi più interessanti di questa virtuosa sinergia è ad esempio il Premio Italo Calvino di Torino: fondato nel 1985 appunto per onorare la memoria dello scrittore appena scomparso, il riconoscimento si concentra su autori emergenti che abbiano opere inedite valevoli di essere pubblicate. In particolare negli ultimi dieci anni sono stati numerosi i partecipanti al concorso che sono stati poi notati e pubblicati dalla case editrici: i casi più interessanti sono quelli di Paola Mastrocola, Giusi Marchetta (ora uscita in libreria col nuovo romanzo Dove sei stata, Rizzoli), Riccardo Gazzaniga. Da quando poi nel 2011 il primo libro di Mariapia Veladiano, La vita accanto (Einaudi), è passato dalla vittoria del premio alla cinquina dello Strega, sono aumentati i romanzi in concorso (da 400 a 600) e anche la ratio fra finalisti e pubblicati, ormai 6 su 9.
A guardare le uscite degli ultimi mesi l’ondata degli autori italiani sembra inarrestabile, coprendo tutte le aree tematiche e tutti i generi. Si va dalla ricostruzione storico-romantica de Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli) al giallo milanese Il caso Kellan di Franco Vanni (Baldini+Castoldi), dalla sorpresa botanico-esistenziale di Faremo Foresta di Ilaria Bernardini (Mondadori) allo scabro e intenso romanzo in racconti A misura d’uomo di Roberto Camurri (Nn editore), dal tributo leopardiano de L’arte di essere fragili di Alessandro d’Avenia (Mondadori) all’atteso debutto Come un giovane d’uomo dell’editor Carlo Carabba (Marsilio). Per non parlare di un vivacissimo numero di autrici femminili (Violetta Bellocchio, Giuliana Altamura, Eleonora C. Caruso, Claudia Durastanti ecc.) che insistono su temi oggi fondamentali – la donna, il corpo, la memoria – in maniera decisamente inedita.
Ma l’elenco potrebbe continuare: Michela Murgia, Francesco Pacifico (il cui Le donne amate è appena uscito per Rizzoli), Simona Vinci, Federico Baccomo, Marco Peano, Letizia Pezzali (il suo Lealtà, edito da Einaudi, sta conquistando moltissimi), Marco Franzoso, Matteo B Bianchi, Veronica Raimo, Fabio Deotto (da leggere la sua recente profetica distopia Un attimo prima) e sicuramente molti altri che meriterebbero di essere elencati qui.
Quasi tutti questi autori si aggirano su un’età che va all’incirca dai trenta ai quarantacinque anni (anche se ad esempio il prossimo aprile esordirà per Giunti anche una vivace sessantenne, Silena Santoni con Una ragazza affidabile). È un’intera generazione di autori giovani, aperti, sperimentali e liberati da una certa concezione accademica della scrittura, senza però farsi testimoni nemmeno di una radicalità antiaccademica. Sono autori che si muovo in un mondo editoriale esploso, ibridato, che procede per tentativi ed è sempre più ancorato alla realtà dei fatti. Sono i nuovi narratori italiani.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.