Il divino nella fantascienza3 min read
Reading Time: 4 minutesL’incursione del divino nelle storie di fantascienza, sebbene non sia un tema preponderante del genere come viaggi spaziali, gli alieni, i robot e il confronto con l’intelligenza artificiale, credo sia in realtà molto affascinante e che riesca ad aprire a scenari immaginifici e fantasmagorici di spessore. Dopotutto, l’onnipotente può tutto, lo dice il nome stesso, e quindi siamo davvero di fronte a possibilità illimitate.
Quando si parla del divino nel genere fantascientifico, di solito, anzi quasi sempre, non si fa riferimento a una divinità dogmatizzata, né tantomeno a una specifica religione. Il dio di cui parlano gli autori è un dio filosofico e metafisico, al di là di una realtà concreta, oppure coincidente con la realtà (o la surrealtà) stessa. Assomiglia quindi più al dio di Baruch Spinoza, sostanziale e totalizzante, che a quello delle religioni rivelate, e perciò senza dubbio più interessante.
L’autore che sicuramente ha più di altri fatto suo questo tema è Philip K. Dick. Nel suo L’occhio nel cielo, i personaggi, a causa del malfunzionamento dell’acceleratore di particelle che stanno visitando, si ritrovano in una sorta di mondo parallelo (o pseudomondo) letteralmente plasmato sul pensiero di uno di loro. L’unico, grande, problema è che l’uomo in questione è un fanatico religioso, nonché un ipocrita moralista, e nel mondo generato dal suo pensiero i peccati vengono puniti all’istante da una divinità davvero onnipresente.
Altre opere di Dick in cui si assiste a queste incursioni teologiche sono Radio libera Albemuth, nel quale Dio si serve dei protagonisti per salvare l’umanità, e la trilogia di Valis, l’ultima fatica dello scrittore. Qui Dick lascia un po’ da parte gli stilemi classici della fantascienza per dare spazio a una vera e propria visione mistica del mondo, rielaborando miti antichi in chiave moderna e attualizzandone in qualche modo la filosofia di fondo.
Un altro grande autore che ha sfruttato queste tematiche teologiche è Arthur Clarke. Nel suo racconto I nove miliardi di nomi di Dio immagina una comunità di monaci tibetani che commissionano a una ditta americana un supercomputer in grado di permutare le combinazioni di nove lettere di un alfabeto sconosciuto, al fine di stilare l’elenco di tutti i nove miliardi di nomi di Dio. I due scienziati protagonisti, preoccupati e incuriositi, raggiungono il monastero proprio mentre l’elaboratore sta stampando l’ultimo nome… Ma anche nel suo grandioso romanzo Le guide del tramonto, l’autore, pur non immaginando una vera e propria incursione divina nel quotidiano, dona ai pacifici alieni invasori della Terra la forma di enormi demoni cornuti.
Un altro esempio secondo me molto interessante, anche se meno famoso dei precedenti, è il romanzo Ed egli maledisse lo scandalo, di Mack Reynolds. Qui l’autore racconta di un mite quanto fuori luogo profeta dei nostri giorni, che, se provocato a dovere, riesce a lanciare dei veri e propri anatemi verso tutta la società, vietando a essa i piaceri e gli svaghi, nella sua opinione troppo scandalosi e vanesi.
Da ultimo vorrei suggerirvi la lettura di un grandissimo fumetto, che forse molti di voi già conoscono, Preacher, a opera di Garth Ennis e del compianto Steve Dillon. Al di là delle tinte horror e wester che il comic presenta, la vera marcia in più alla saga è data proprio dalla visione del divino che viene rappresentata. Il protagonista, uno scapestrato, quanto criminale, predicatore della campagna texana, viene posseduto da uno spirito nato dal rapporto sessuale tra un angelo e un demone. Genesis, questo è il nome dello spirito, non ha strani effetti collaterali sul corpo o sull’anima del predicatore, eccetto il fatto che, quando questi lo desideri, gli dà la facoltà di parlare con la voce di Dio. E quando Dio parla, tutti devono ascoltare.
Se siete degli scrittori stanchi delle solite idee vi consiglio di prendere un po’ di testi religiosi antichi e farvi ispirare da qualche situazione limite, dove il nostro mondo di comuni mortali entra in contatto con quello dell’aldilà, e magari di interrogarvi sulle possibilità e sul mistero che un incontro di questo tipo può suggerire. D’altronde l’apostolo Giovanni è stato uno dei primi a parlare di scenari apocalittici…