Leggere e ridere – La lettura social2 min read
Reading Time: 3 minutesFatta eccezione per pochi casi particolari, la lettura rimane prevalentemente un’occupazione solitaria. Chi legge lo fa spesso al chiuso, in silenzio, senza troppa gente attorno. Il mio luogo di lettura preferito in assoluto rimane la soffitta a casa di mio padre, dove sgattaiolavo ogni volta che potevo, a rannicchiarmi sotto la lampadina che pendeva nuda dal soffitto.
I lettori, tuttavia, cercano anche l’interazione con altri lettori; prima coi gruppi di lettura, nei circoli letterari, attraverso la posta sulle riviste. Oggi, al tempo dei social, l’interazione segue la via delle pagine facebook, dei profili twitter, di tutte le sfaccettate emersioni di una stessa identità social-letteraria.
E c’è chi sceglie di impiegare il proprio tempo non chiacchierando libri, consigliando autori o sproloquiando sulle possibili letture di una determinata opera; ci sono pure quei lettori che semplicemente hanno voglia di ridere, ed è da questa esigenza che nascono un sacco di occorrenze social cui, magnanimamente, vi indirizzo.
Su facebook troviamo la pagina Books I didn’t read, che presenta una fornitissima serie di copertine di libri inesistenti, dai titoli estremamente improbabili. Sullo stesso tenore le italiche Le copertine del disagio e Gli Adelphi ignoranti.
Ci sono anche fumettisti che dedicano buona parte del loro inchiostro per vignettare su libri e narrazione: primo fra tutti Tom Gauld, che nei suoi fumetti gioca con le (quasi) insormontabili difficoltà della narrazione e con la settorialità dei generi.
C’è anche Kate Beaton che, dalla Nuova Scozia, disegna delle sorelle Bronte e della loro concezione dei rapporti umani, di Poe e di Amleto – e di tanti altri.
Sarebbe un peccato dimenticare gli Incidental Comics di Grant Snider, che spesso mi capita di confondere coi lavori del già citato Tom Gauld. L’esperienza del lettore e dello scrittore, qui, si fondono in un gomitolo di vignette dedicate a tutto ciò che è “libro”.
Spostandoci su profili dedicati non alla complessa esperienza della letteratura nel suo sfaccettato insieme, ma soltanto a un singolo autore, sarebbe sciocco da parte mia non citare una pagina che non manca mai di strapparmi una risata. Trattasi di Drunk Austen, palesemente dedicata a una visione ironica e ridanciana dei romanzi di Jane Austen – delle cui opere sono un’appassionata estimatrice, anche per il sarcasmo di cui sono intrise, aspetto che spesso ne viene tristemente tralasciato.
Spero che lo striminzito elenco sia risultato almeno un poco utile; è bello ridere leggendo, ma poter dare una virtuale gomitata al proprio vicino-lettore arricchisce l’esperienza non di poco.