blog di Alberto Grandi
Cose da scrittori

La virgola spiegata da Barney Panofsky3 min read

1 Marzo 2018 4 min read

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La virgola spiegata da Barney Panofsky3 min read

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Oscar Wilde ha detto: “Ho lavorato a un poema tutto il giorno. Al mattino ho aggiunto una virgola e nel pomeriggio l’ho tolta”. Se la punteggiatura in generale è un ambito in cui è dato molto spazio alla soggettività, la virgola in particolare è un segno d’interpunzione in cui è lasciata una certa libertà a chi scrive. Eppure la posizione di una virgola può cambiare il senso di una frase fino a capovolgerne il significato. Parte fondamentale di una frase, regina della punteggiatura, rappresenta una pausa di riflessione tra due parole, interrompe un elenco, introduce un chiarimento e, in generale, ci invita a fermarci un attimo nella lettura.
Poche regole generali e molto buon senso possono aiutarci a capire come e dove inserirla, senza dimenticarcene ma soprattutto senza abusarne, come capita spesso, soprattutto sulla stampa ma talvolta anche nei libri.
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Ci sono alcuni casi in cui è quasi tassativo usarla. Qui di seguito sono elencati i principali. Visto poi che l’argomento è utile ma decisamente poco accattivante, ciascun punto è accompagnato da  un meraviglioso esempio scrittura. Le frasi riportate in corsivo sono tutte tratte dal primo capitolo de La versione di Barney, il capolavoro di Mordecai Richler edito in Italia da Adelphi e tradotto da Matteo Codignola. Chi ha amato il libro forse si divertirà a ripercorrerne qualche passo, apprezzandone una volta di più la forma.
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La virgola si usa, in primo luogo, per dividere tra di loro gli elementi di un elenco, l’ultimo dei quali può essere introdotto da e, infine o altre congiunzioni (in questo esempio è stato usato ovviamente).
Non posso lasciare senza risposta le volgari insinuazioni che nella sua imminente autobiografia Terry McIver avanza su di me, le mie tre mogli (o come dice lui la troika di Barney Panofsky), la natura della mia amicizia con Boogie e, ovviamente, lo scandalo che mi porterò fin nella tomba.
Si inserisce poi per segnalare una frase incidentale.
Del resto non avevo pretese artistiche, a meno di non considerare tale il mio unico vero sogno, diventare ballerino di tip tap.
Mike, che Dio lo benedica, è ricco da fare schifo.
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È utile per segnalare un’apposizione.
Terry McIver e io, due montrealesi fatti e finiti, eravamo insieme nei primi anni Cinquanta a Toronto.
Saul, attualmente neoconservatore, non ha un soldo.
Talvolta può essere inserita dopo il primo elemento delle frase, soprattutto se questo viene poi ripreso da un pronome.
No, quello era Drake.
Spesso si usa tra la frase principale e una subordinata, soprattutto se non sono strettamente legate tra loro. È praticamente obbligatoria se la subordinata precede la principale e consigliata se la subordinata la segue.
Per festeggiare, Cedric invitò Leo, Boogie, Clara e me alla Coupole.
Che potesse permetterselo o no, Hymie viveva da re.
Per separare interiezioni, vocativi e simili.
“Senti, Miriam è a Toronto e tu sei qui. Divertiti un po’!”
“Be’, che differenza fa? È sempre Canada, no?”
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Ci sono poi casi particolari, dove la virgola normalmente non andrebbe ma si usa inserirla, quando per esempio un verbo è sottinteso, e già presente nella frase precedente, oppure si vogliono evitare ambiguità di lettura.
La virgola, invece, non va mai messa tra soggetto e verbo né tra verbo e complemento. Questo è un errore che ricorre molto spesso, soprattutto quando il verbo è lontano dal soggetto o dal complemento. Se ci sono più soggetti, ovviamente l’ultimo non sarà seguito da una virgola, perché dopo c’è il verbo. Non è necessaria tra due frasi unite da e o e neppure prima di eccetera (o della sua abbreviazione ecc.).
Quindi è bene dare un occhio alle regole, magari rileggendo le pagine del proprio autore preferito sotto una luce diversa, per capire che una storia ci appassiona anche per la sua costruzione, frutto di un lungo lavoro di tagli attenti e rifiniture continue.
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Francesco Merlo ha scritto: “Tramare contro la virgola non paga mai. Bisogna invece amare la virgola sino alla virgolatria, la virgola è pausa di ironia, scalo del marinaio, è il cielo in terra, la virgola ha umanizzato il mondo”.
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