Match letterari: Verne vs Wells4 min read
Reading Time: 4 minutesCari amici, ritorna la rubrica delle botte a suon di inchiostro e avventure. Nei mesi scorsi abbiamo fatto scontrare Dick e Asimov, due grandi della fantascienza, King e Lansdale per le tinte più horror, Tolkien e Martin, i due eroi epici della letteratura fantasy. Oggi si ritorna alla scifi, ma dal sapore ancora più classico. Infatti ci spostiamo nella seconda metà del XIX secolo per assistere alla sfida tra due papà del genere: Jules Verne e H.G. Wells; una sfida che va al di là delle loro personali scritture e dei loro romanzi e che può essere intesa, più in generale, come una sfida tra due Letterature con la “elle” maiuscola, quella francese e quella inglese. Pronti? Via.
Stile
Entrambi hanno un modo di scrivere distante da quello a cui siamo abituati oggi, soprattutto in un genere di consumo come quello fantascientifico, evolutosi, di solito, in uno stile più semplice e immediato. Verne non si risparmia nelle descrizioni dei paesaggi fantastici che i protagonisti delle storie compiono attraverso i loro viaggi straordinari. Allo stesso modo Wells, con la sua scrittura precisa e fluente, grazie alla descrizione degli ambienti e dei personaggi riesce ad architettare la trama in maniera impeccabile. Personalmente trovo alcune digressioni naturalistiche di Verne troppo ridondanti e pignole, nonostante spesso sia proprio questo il valore aggiunto all’avventura. Talvolta però il francese esagera e rischia di perdere l’attenzione dei lettori non esperti (oggi sempre di meno). Wells lo trovo più diretto, sia per i suoi tempi che per i nostri.
Vince Wells
Personaggi
In generale ci troviamo, in entrambe le produzioni, davanti a personaggi piatti, sicuramente con una loro personalità precisa, ma senza un vero e proprio approfondimento psicologico. Il protagonista della Guerra dei mondi, ad esempio, è il veicolo descrittivo degli eventi e poco di più. Tant’è che, sebbene scriva in prima persona, il protagonista ha bisogno di chiamare in ballo i racconti del fratello per aggiungere un punto di vista altro rispetto al suo. Nel caso di Verne le cose non cambiano molto, anche se è riuscito in qualche modo a rompere gli stilemi ottocenteschi del romanzo d’avventura, in particolare creando uno dei personaggi più interessanti della letteratura: il capitano Nemo. Pur non essendo il protagonista in senso stretto della vicenda, l’idea di un uomo rifugiatosi all’interno di un sottomarino (ante litteram) per fuggire dai mali della terraferma è vincente. E anche qui.
Vince Verne
Scienza…
La competenza naturalistica di Verne, l’abbiamo detto parlando dell’uso puntuale delle descrizioni di animali, piante e altri enti del mondo, è molto elevata. L’autore è la piena espressione delle ricadute positivistiche dell’Ottocento in letteratura: la fede nella scienza e nel progresso con tutti i vantaggi e le meraviglie che questi possono rivelare. Viaggio al centro della Terra e forse ancor di più Ventimila leghe sotto i mari, ma anche gli altri romanzi, sono dei veri e propri thesauri scientifici. Inoltre, dal punto di vista tecnologico, l’immaginazione di Verne si è rivelata precorritrice degli eventi; basti pensare a quanti macchinari da lui descritti, come il sottomarino, all’epoca ancora in fase di evoluzione, siano poi stati realizzati davvero.
Vince Verne
… e fantascienza
Mentre i romanzi di Verne restano ancora legati allo stile avventuroso, con Wells ci troviamo di fronte a qualcosa di realmente fantascientifico. Opere come La macchina del tempo, L’isola del dottor Moureau, L’uomo invisibile, la già citata Guerra dei mondi e tantissimi altri, possono essere considerate davvero i capostipiti del genere. Per la prima volta si parla di invasioni aliene, di viaggi su altri pianeti o nel tempo, di distopia e di creature create in laboratorio da scienziati senza scrupoli. Anche lui possedeva una preparazione scientifica notevole, ma ha preferito descrivere la deviazione dalla norma piuttosto che la sua analisi. E di ciò gliene siamo molto grati.
Vince Wells
Variazione delle tematiche
Siamo alla resa dei conti. Riguardo alla varietà delle tematiche affrontate nei loro romanzi mi trovo a propendere nettamente per Wells. Nella sua vasta produzione ha anticipato e influenzato molta letteratura lanciando anche diversi sotto-generi che in seguito hanno avuto successo. Il romanzo avventuroso à la Jules Verne invece si ripropone in qualche modo alla stessa maniera. Il viaggio del Nautilus, in fondo, non è molto diverso da quello di Otto Lidenbrock nelle viscere della crosta terrestre, o da quello di Phileas Fogg nel suo giro del mondo in meno di tre mesi: le vicende sono utilizzati come pretesti al fine di divulgare conoscenze scientifiche.
Vince Wells
Ed eccoci giunti alla fine di questo scontro benevolo tra due giganti della letteratura. A quanto pare Wells ha vinto per il rotto della cuffia, e di certo non era una sfida semplice. Resta solo che anche voi esprimiate la vostra opinione, magari evidenziando campi di confronto e opere che non ho preso in considerazione. Vi aspetto!