Il fenomeno Kent Haruf, miracolo editoriale basato sul passaparola3 min read
Reading Time: 3 minutesNell’ultimo post si è parlato della differenza tra librerie indipendenti e di catena, tra grandi editori e titoli di nicchia. Kent Haruf (1943-2014) è la dimostrazione che il vero talento può superare ogni genere di confine e categoria. Tipico autore da libreria indipendente, pubblicato da una piccola casa editrice nata nel 2015, NN Editore, Kent Haruf ha ottenuto una popolarità enorme, inattesa e soprattutto trasversale a vari tipi di lettori.
La sua trilogia, composta da Canto della pianura (primo libro pubblicato da NN), Benedizione e Crepuscolo (usciti postumi), ha avuto un immediato successo di passaparola tra i lettori, che hanno organizzato gruppi di lettura e ne hanno discusso sul web, per poi conquistare, nei mesi successivi, critica e classifiche.
L’ultimo romanzo, Le nostre anime di notte, sigillo perfetto della sua opera, è addirittura salito in testa alle classifiche nel giro di una settimana ed è uno dei libri più letti del 2017. È una storia di intimità, amicizia e amore tra Addie e Louis, ambientata nell’immaginaria cittadina di Holt, in Colorado, come i suoi precedenti romanzi. I due protagonisti, vedovi e soli, iniziano a trascorrere tutte le notti assieme, per parlare e raccontarsi guardando le stelle, nonostante il disappunto della comunità.
Tutti e quattro i libri sono stati tradotti da Fabio Cremonesi, eletto “traduttore dell’anno” dalla giuria di qualità della Lettura, inserto del Corriere della sera. Gli ho chiesto come spiega il successo di questo autore: “Evidentemente era il momento giusto: la nuova generazione di librai indipendenti sopravvissuti alla crisi, che si è concentrata su un lavoro di proposta, abbandonando l’idea di libreria generalista, ha adottato subito questo libro promuovendolo tra i lettori più fedeli”. Il testo, per altro, era già stato tradotto da Rizzoli nel 2000 ma non era piaciuto.
Il più grande merito di Haruf, secondo Cremonesi, è saper parlare a tutti, dal lettore sofisticato con ambizioni di critica a quello occasionale, senza per questo essere un autore facile. Al contrario, lo scrittore americano affronta in modo semplice e diretto temi scomodi e complessi senza ricorrere alla chiave dell’ironia, onnipresente nella letteratura dell’ultimo ventennio. Forse i lettori italiani avevano voglia di un approccio diverso e non più sarcastico.
Uno degli aspetti più apprezzati dei romanzi di Haruf è senz’altro Holt, cittadina di fantasia, di cui molti gruppi di lettura hanno addirittura disegnato una mappa. Secondo Cremonesi “Holt è la vera protagonista di questi libri, personaggio letterario a cui ci si affeziona sempre di più man mano che si va avanti con la lettura. Per Haruf è fondamentale il senso della comunità, con regole di appartenenza ferree e feroci, in cui i legami familiari non riescono a rispondere ai bisogni profondi delle persone. A fare da contraltare c’è, però, la straordinaria capacità di Holt di creare nuove relazioni, basate anche su bisogni concreti, da cui nascono piccole comunità elettive che, come famiglie allargate, vanno oltre i legami di sangue. Anche questo tema è un altro motivo del successo di Haruf, visto che oggi ci troviamo a fare i conti con la crisi della comunità tradizionale”.
Piccola curiosità, Le nostre anime di notte negli Stati Uniti ha portato Jane Fonda e Robert Redford a lavorare insieme per la quarta volta, nel film omonimo targato Netflix, diretto da Ritesh Batra e prodotto dallo stesso Redford.