Dei greci versus dei norreni4 min read
Reading Time: 4 minutesNel mito e nella religione, si sa, i parallelismi e le scopiazzature si sprecano. Alcuni temi ricorrono, si ripropongono in forma diversa, ma con analoga sostanza. Magari sono proprio questi temi comuni, la loro analisi dettagliata, a fornirci le informazioni più importanti sul passato dell’uomo, sulle sue origini e sui suoi costumi. Ciò si può ricavare anche dal confronto di due tradizioni mitologiche apparentemente molto diverse, come quella norrena dei popoli del nord (dalla quale la letteratura fantasy attinge a piene mani) e quella greca antica. Mettendo in risalto alcune delle affinità e delle divergenze esistenti tra eventi e personaggi delle due “fazioni” si può capire non solo quale sia il substrato comune che soggiace alle due culture (e più in generale alla nostra di contemporanei), ma anche i motivi della grande fascinazione che alcune di queste storie continuano ad avere sulla nostra letteratura, anche e soprattutto di largo consumo.
ZEUS VS ODINO
Non c’è bisogno di dirlo. Sono entrambi la divinità principale per i rispettivi gruppi. Hanno entrambi un caratteraccio e i loro poteri sono davvero fuori dal comune, nettamente maggiori rispetto alle altre divinità. Il racconto della loro origine è simile. Zeus, nato da Crono, che aveva il brutto vizio di mangiare i propri figli, sopravvive al padre e cresciuto gli squarcia il ventre liberando i propri fratelli e spartendosi così il mondo. Odino, figlio di Borr, non ucciderà il padre diretto, ma una divinità dal quale questo era stato generato, chiamata Ymir; dal suo corpo Odino e i suoi fratelli genereranno l’universo.
THOR VS ARES (O MARTE?)
È difficile trovare un corrispettivo per Thor all’interno del mito mediterraneo classico. Ares è forse il candidato migliore, anche se Thor sembra essere più bonario e umano rispetto al dio della guerra greco, un dio di cui diffidare costantemente, assetato di sangue e di violenza. In questo, in effetti il dio romano Marte sembra essere più simile quello norreno; secondo la tradizione romana arcaica infatti Marte era anche il dio del tuono, della pioggia e della fertilità. Anche le loro origini sono affini. Entrambi sono concepiti dal re degli dei e dalle rispettive divinità rappresentanti la terra, Jǫrð per i nordici, Flora per i romani.
PANDORA VS GULLVEIG
Un altro parallelismo interessante, per quanto meno noto, è quello tra la dea greca Pandora e il suo corrispettivo norreno Gullveig. Questi due personaggi femminili sono entrambi nefasti per il destino dell’uomo. La prima, corrompe gli dei, viene lasciata tra gli uomini per portare guerra, invidie e incanti malefici. Meno strega, ma sicuramente più ingenua, anche Pandora viene mandata sulla terra degli uomini. L’apertura del famosissimo vaso, che Zeus le aveva affidato, libererà i mali del mondo, facendo terminare l’epoca dell’alleanza tra dei e mortali.
FINE DEL MONDO
Le due mitologie sono affini per quanto riguarda la creazione del mondo: i nuovi dei, Odino, Zeus e compagnia bella dominarono sulle forze primordiali come giganti e titani. L’escatologia però non è così simmetrica come la genesi. Per i nordici tutto finirà con il famoso Ragnarok: la battaglia finale tra Bene e Male della quale ci sono noti alcuni dettagli ma di cui non conosciamo l’esito preciso. Sappiamo che probabilmente ripiomberà tutto nel Caos, ma non si può dire con certezza (non essendo ancora arrivato). Gli antichi greci invece non avevano un’idea precisa della fine del mondo, se non qualche mito minore.
LA FASCINAZIONE CONTEMPORANEA
Alcuni degli elementi sopra riportati sono indicativi di come la teogonia norrena sia più adatta alla fascinazione contemporanea. All’interno del mito nordico non ci sono contraddizioni. Una divinità buona, o favorevole all’uomo, non avrà comportamenti bizzarri, molto più realistici ed esistenziali, oserei dire, come spesso avviene nel mito greco. Ogni azione, umana o divina che sia, ha una sua direzione precisa, che non lascia dubbi interpretativi. Thor ha senza dubbio una personalità più lineare e meno complessa di Ares, così come Pandora è essa stessa una vittima della sua curiosità, e non un’entità malvagia a tutto tondo, nata per portare scompiglio in ogni caso. Se si pensa poi che dal mito orfico sia nata una disciplina complessa come la filosofia occidentale, il quadro è chiaro.
Per tutti questi motivi, probabilmente, i miti nordici si prestano meglio anche a essere spunto per la narrativa fantastica di oggi. Tolkien, ad esempio, si rifà molto di più alla mitologia norrena, dove il bene e il male hanno una distinzione netta. Anche forze teologiche astratte, come la Forza di Star Wars, si dividono nettamente, senza punti di contatto, tra bianco e nero, tra lato chiaro e lato oscuro. Inoltre sembra che la mitologia norrena si adatti meglio alla parodia. Gli stessi vichinghi a volte rappresentavano Thor ora come il feroce e gigantesco dio del tuono, ora come un bonario protettore dell’umanità dai contorni comici. Oggi Thor è un’icona dei fumetti, con un target anche piuttosto infantile, e di conseguenza, scusate se forse generalizzo, primordiale; di sicuro è anche questa la causa per cui il Ragnarok rappresentato pochi giorni fa al cinema, sembra essere più una farsa che un film supereroistico.