Salinger: c’è ancora speranza di vedere pubblicati i libri postumi?3 min read
Reading Time: 2 minutesJD Salinger, l’autore de Il giovane Holden, romanzo generazionale pubblicato nel 1951, è morto nel 2010. Famoso per cercare di non esserlo e rigettare qualsiasi contatto con il pubblico, Salinger, in vita, era stato oggetto di ricerche, tentativi di intervistarlo e biografie la cui pubblicazione, in certi casi, aveva tentato di osteggiare per proteggere la propria privacy. L’ultimo lavoro biografico su di lui risale al 2013. Si tratta di Salinger – la guerra privata di uno scrittore, un docu-film del regista Shane Salerno, uscito insieme a un libro in cui sono raccolte moltissime testimonianze di chi ha avuto a che fare direttamente o indirettamente con l’autore.
Di Salinger si sa che smise di pubblicare nel 1965 ma, per sua stessa ammissione in una rarissima intervista, che continuò a scrivere per sé soltanto. La “bomba” sganciata dalla biografia di Salerno consiste nella rivelazione che l’autore, nel suo testamento, avrebbe autorizzato la pubblicazione di cinque suoi lavori – ovviamente postumi – da cominciare in una data compresa tra il 2015 e il 2020. Questi scritti approfondirebbero alcune tematiche già toccate dall’autore in vita: la sua esperienza di guerra, i personaggi della fittizia famiglia Glass e il personaggio del romanzo per cui è diventato famoso, Holden Caulfield.
Ora, il 2017 è prossimo a chiudersi, e di questi lavori non si è vista una pagina, né se ne è sentito parlare in modo concreto. Secondo alcuni non esistono. Secondo altri – tra cui chi sta scrivendo – esistono, ma si tratta di scritti che non meritano la pubblicazione, testimonianze di un talento che si è deteriorato, vuoi per naturale estinzione dell’afflato poetico vuoi per nevrosi dell’autore. Tuttavia l’assenza di questi lavori si è fatta sentire e così c’è chi ha avuto l’intraprendenza di sollevare il telefono e chiamare i due esecutori testamentari designati da Salinger, suo figlio Matthew e la moglie Colleen O’ Neill, ovvero Matthew Haag per il New York Times.
La telefonata alla moglie è stata rimbalzata con un secco: “Mi spiace, ma non posso rispondere”. Il figlio ha consigliato ad Haag di considerare la fonte da cui è giunta la voce, cioè Shane Salerno, sottintendendo che non è accreditata, ma, di fatto, senza liquidarla o archiviando una volta per tutte la questione con un inequivocabile: “nessun libro scritto da mio padre verrà pubblicato postumo”. Shane Salerno ha ribattuto che il figlio di Salinger non è la sola fonte attendibile circa il lavoro e le volontà del padre e che, in ogni caso, non ha mai rinnegato un solo fatto emerso nella biografia. Quindi…
Mancano due anni al 2020, termine oltre il quale, sarà lecito non aspettarsi più uno, due tre… cinque libri postumi di Salinger. Io continuo a pensare che più che il Salinger dei lavori postumi, se mai ce ne fossero, varrebbe la pena (ri)scoprire quello dei lavori pubblicati nel passato, su riviste come Esquire o il New Yorker. Il Salinger dei racconti come An Ocean Full of Bowling Balls o della novella The Inverted Forest. Il Salinger meno religioso, ma più umano, quello che si preparava a scrivere le avventure di un sedicenne cacciato da scuola e girovago a New York, in cui 60 milioni di lettori si sono immedesimati.