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Cerata gialla per teenager in pericolo e crisi della creatività3 min read

10 Novembre 2017 3 min read

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Cerata gialla per teenager in pericolo e crisi della creatività3 min read

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Ci sono troppe storie in circolazione.
Troppe serie tv, troppi romanzi fantasy, troppi romanzi di fantascienza, insomma, troppa scelta.
Amazon Prime costa nemmeno 30 euro l’anno e ti permette di accedere ad Amazon Prime Video, un catalogo di film e serie tv. Ormai le storie te le tirano dietro, sembrano quasi desiderosi di pagarti purché tu ti connetta e le veda. Questo, secondo me, ha portato chi le storie le guarda a stufarsi e chi le scrive a non sapere più cosa scrivere, a non riuscire più a essere originali.
Viviamo una creatività replicata, impostata su schemi di trame e ricorrenze di topic e di personaggi e stiamo lentamente scivolando in un torpore da divano sotto il riflesso del televisore.

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Guardate il poster in alto su Dark, serie tv tedesca che a breve verrà rilasciata su Netflix. Un bambino, una cerata gialla, un bosco. Tre ingredienti che segnano un immaginario preciso, quello di It, il romanzo di Stephen King che si apre con un bambino che, con indosso una cerata (gialla, almeno nel film tratto dal romanzo) rincorre una barchetta e sta per fare un terribile incontro. Stando ai rumor anche Dark parla di maledizioni che si ripetono dopo ogni tot di anni e di bambini che scompaiono.
Questo poster ti ha già detto tutto: vedrai una serie tv su uno o più bambini che si sporgono sulla soglia di un mistero terribile, proverai gli stessi brividi provati con It, se ti è piaciuto It devi assolutamente vedere questa serie tv! E anche se ti è piaciuto Stranger Things dato che Stranger Things è derivativo di It!

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Stiamo cadendo in una spirale di storie già viste/lette ma che dobbiamo rivedere-rileggere perché ce lo impone il sistema e si tratta di una spirale deleteria: per il sistema ma soprattutto per noi.
Suburra è derivativa di Gomorra, anzi, la stessa cosa, solo ambientata a Ostia. Stesse dinamiche di famiglie e boss di quartiere. Divergent era derivativo di Hunger Games. Guerre stellari è derivativo di se stesso: il Risveglio della forza è Una nuova speranza aggiornato.
Spade laser, cerate gialle, mostri che sbucano da tombini, draghi, boss di quartiere… Tutto questo comincia a desensibilizzarci.
Come uscire da questo gioco di specchi?
Risposta: con le proprie armi. Cioè diventando da fruitori passivi, fruitori attivi. Battendo quei terreni che il sistema ignora. In questo, mi sento affine a quanto scritto in un post tempo fa: il fantasy italiano è bello per gli stessi motivi per cui è snobbato, e cioè perché è immaturo, marginale, periferico e dunque potenzialmente originale”.

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Dobbiamo diventare fruitori attivi e muoverci nelle periferie della creatività.
Basta comprare i bestseller di importazione statunitense, cerchiamo di leggere qualcosa di scritto negli altri paesi. Mai sentito parlare di fantasy o fantascienza  russa o araba o greca?
Basta lasciarci guidare dai trend che esplodono su Facebook. Per una volta usiamo la rete invece di lasciarci usare, facciamo ricerche e andiamo in biblioteca anziché su Amazon. Insomma, cerchiamo storie perché le migliore sono quelle che si trovano battendo i boschi della creatività inesplorata e non lasciandoci guidare in quelli preconfezionati.

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