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5 romanzi di fantascienza russi che devi assolutamente leggere4 min read

2 Novembre 2017 4 min read

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5 romanzi di fantascienza russi che devi assolutamente leggere4 min read

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La fantascienza che mastichiamo e digeriamo ogni giorno, si sa, è di origine anglofona. Arthur C. Clarke, Philip K. Dick, Isaac Asimov (che al di là del nome ha ben poco di sovietico), sono questi i nomi che per primi ci vengono in mente parlando del genere. Eppure, come molti di voi sanno, il termine robot deriva dal ceco robota, che significa “lavoro pesante” o “lavoro forzato” e la creazione di questo termine si deve allo scrittore Karel Čapek e al suo dramma teatrale R.U.R (1920), ovvero I robot universali di Rossum. E questo è solo un esempio degli importanti tributi orientali al genere. Anche il ben noto Solaris (1961), del polacco Stanislaw Lem, ha pochissimo da invidiare ai prodotti dei fratelli americani e inglesi in quanto a potere immaginifico, intuizioni geniali, anticipazione della tecnologia e del pensiero del futuro.
Ho voluto raccogliere cinque importanti titoli della fantascienza russa, affinché non ci si accusi di favoreggiare una sola delle parti a cavallo della cortina di ferro e… come dite? Il muro di Berlino è caduto? Vabbè, punti di vista…

La Stella Rossa (1908), di Aleksandr Bogdanov
Bogdanov (1873-1928) è, insieme a Konstantin Ciolkovskij, il pioniere della fantascienza russa prima della rivoluzione d’ottobre. Nel romanzo, grande successo editoriale, viene descritta una società extraterrestre, abitante del pianeta Marte, nella quale si realizza il socialismo perfetto. Teorico del socialismo, Bogdanov utilizzò questo libro per divulgare le sue teorie politiche. L’armonia della società viene realizzata infatti grazie all’azione di un apparato statistico capillare che gestisce i dati sociali ed economici e pianifica la vita della comunità pur lasciandole libertà di scelta.
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Aelita (1922), di Aleksej Nikolaevič Tolstoj
Questo autore (1883-1945), imparentato lontanamente con il ben più noto Lev, ci narra, in questo suo primo romanzo fantascientifico, la storia di due sovietici in viaggo verso Marte e della loro scoperta di vita intelligente sul pianeta rosso. Uno dei due, Gusev, un ex soldato, fa di tutto per ribaltare la tirannide vigente nel luogo del loro atterraggio, mentre l’altro, Los, si dedica ad attività meno impegnate innamorandosi di Aelita, una ragazza dalla pelle blu. Si scopre che la popolazione di Marte discende in realtà da Atlantide, civiltà terrestre che raggiunse Marte in un’epoca remota. Gusev fuggirà a causa della guerra da lui stesso provocata, mentre Los e Aelita affronteranno il loro destino sul pianeta alieno. Non mancano qui i riferimenti alla rivoluzione russa, soprattutto nella caratterizzazione del personaggio di Gusev.
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Noi (1924), di Evgenij Ivanovič Zamjatin
Nettamente più critico verso la società e squisitamente distopico è questo romanzo di Zamjatin (1884 – 1937), che prende spunto proprio da quella rivoluzione russa e da quel socialismo esaltati nei romanzi precedenti, e dall’esperienza relativa vissuta in prima persona dallo stesso autore. La storia, dal tono satirico, è ambientata nel futuro ed è considerata un capostipite del genere dell’utopia negativa (pare che addirittura Orwell ne sia stato influenzato per il suo 1984). Qui sono portati alle estreme conseguenze il conformismo e la violenza dell’Unione Sovietica del primo Novecento, esagerando alcune sue caratteristiche economiche e sociali, quali la razionalizzazione ossessiva del lavoro e l’annullamento del libero arbitrio dell’individuo nella società di massa.
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Stalker (1972), di Arkadij e Boris Strugackij
In tempi più recenti, la coppia dei fratelli Strugackij è senza dubbio quella che più degli altri è riuscita a imporsi in un ambiente per lo più occidentale. Senza dubbio, il loro capolavoro assoluto è Stalker, o Picnic sul ciglio della strada. Il romanzo è la storia di uno stalker, una sorta di esploratore esperto della Zona in cui è atterrata una civiltà extraterrestre. Dopo la discesa di questi esseri, la Zona si è scoperta essere piena di oggetti tecnologicamente avanzati il cui uso è oscuro agli stessi stalker. È come se gli alieni avessero fatto un picnic sulla Terra e avessero abbandonato la loro spazzatura prima di ripartire. Da questo romanzo è stato tratto anche un film che non manco di definire meraviglioso a opera del regista sovietico Andrej Tarkovskij, il quale calca pesantemente sulle ripercussioni filosofiche che un’invasione aliena potrebbe avere sulla società.
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I Guardiani della Notte (1998), di Sergej Luk’janenko
Eccoci arrivati ai tempi contemporanei. Luk’janenko è famoso per la saga dei Guardiani (di cui questo romanzo è il primo volume), un libro che ha spopolato in Russia e che ha avuto anche un discreto successo in Europa grazie anche alla trasposizione cinematografica a cura del regista Timur Bekmambetov. La storia è un urban fantasy ambientato a Mosca e narra del confronto pacifico, ma dall’equilibrio precario, fra due opposte fazioni di esseri soprannaturali, gli Altri. Da una parte, la Guardia della Notte che opera per il bene del mondo, dall’altra la Guardia del Giorno, che predilige la libertà personale disinteressandosi del destino del genere umano. Una profezia annuncia che un eletto altererà l’equilibrio fra le due forze, riportando la guerra tra le due fazioni. Che siano queste due rappresentazioni allegoriche delle forze in gioco nella Guerra Fredda?

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