blog di Alberto Grandi
Cose da scrittori

5 domande che devi porti prima di inviare un manoscritto a un editore2 min read

22 Ottobre 2017 2 min read

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5 domande che devi porti prima di inviare un manoscritto a un editore2 min read

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1) Riesco a riassumere la mia storia in poche righe?
Se non riesci a spiegare in tre righe il nucleo del tuo romanzo (non la sinossi, che è un’altra cosa), cioè l’idea di base, allora non è un’idea di base. Se pensi che la tua storia sia troppo complessa per essere riassunta in due-tre righe, potrebbe non essere complessa, ma complicata e confusa anziché articolata.

2) Sono assolutamente certo che il mio testo sia grammaticalmente corretto?
Non è solo una questione di decenza: se il tuo manoscritto non è corretto, se già il primo capoverso è “macchiato” da errori ortografici, l’editor che ha cominciato a leggerlo potrebbe sentirsi scoraggiato e avere il sospetto che l’approssimazione e la sciatteria non abbiamo a che fare solo con la grammatica ma anche con la trama e il tuo romanzo non valga la pena di essere pubblicato.

3) Immagina una persona diversa da te in quanto a gusti e costumi sociali: in che modo potrebbe interessargli la tua storia?
L’autore esordiente è prigioniero della propria ambizione. Scrive quello che ha dentro e ne è l’unico lettore, tolti madre, padre e parenti vari che non sono molto attendili in quanto critici. L’autore esordiente per pubblicare e – soprattutto – vendere deve pensare in termini di pubblico vasto ed eterogeneo. Ecco dunque che affiancare il proprio libro a qualcuno con cui si abbia una scarsa affinità e cercare un punto di collegamento tra i due può aiutare a capire quanto il proprio romanzo sia una questione personale e quanto possa diventare storia di interesse collettivo.
4) Credo veramente in quello che ho scritto?
La trama è verosimile? I personaggi sono coerenti? Hai concluso la vicenda in modo definitivo senza lasciare questioni in sospeso? Se sai di aver barato a un certo punto della storia e di aver “raddrizzato” la trama tradendo la natura profonda dell’opera, sappi che il lettore se ne accorgerà e tu avrai perso la sia fiducia.
5) In che modo il lettore potrebbe sentirsi migliorato dall’aver letto la mia storia?
Come il rock and roll, i libri non cambiano il mondo. Ma è bello pensare che leggerli aiuti a comprendere meglio la vita. Quindi, senza crederti Gesù Cristo, ma nemmeno eccedendo in modestia, in che modo pensi che ciò che avevi dentro di te possa essere d’aiuto nel momento in cui lo hai tirato fuori e reso di pubblico dominio?

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