La figura del folle depositario della verità3 min read
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Nella letteratura la follia è spesso utilizzata come “lente particolare” per arrivare alla verità e il folle, colui che è ufficialmente considerato pazzo, come l’unico a conoscere la realtà delle cose.
La figura del malato di mente condannato a essere frainteso esiste dai tempi di Don Chisciotte.
Qualcuno potrebbe obiettare che il cavaliere della Mancia folle lo è davvero visto che scambia i mulini per giganti. Vero, ma è anche un uomo che sa riconoscere valori che il resto dell’umanità ha dimenticato.
Comunque, ecco alcuni personaggi “folli” usati da autori e registi per raccontare il vero.
Mattatoio numero 5, Kurt Vonnegut
Billy Pilgrim, il protagonista, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico in seguito allo stress procuratogli dall militanza nella seconda guerra mondiale. Tutti pensano che deliri, in realtà è stato davvero rapito dagli alieni e davvero ha imparato a muoversi nel tempo, sia nel passato che nel futuro.
Follia usata per dimostrare l’esistenza degli alieni
Follia, Patrick McGrath
Il romanzo narra la storia d’amore tra Stella, la moglie di un vicedirettore di manicomio, e Edgar, scultore in regime di semilibertà. Edgard è un pazzo pericoloso e l’attrazione che Stella ha per lui è per certi versi distruttiva, ma il loro sentimento di amore che li unisce è comunque vero e genuino.
Follia usata per esprimere il vero amore
Amleto, Shakespeare
Amleto sta male. In teoria, a turbarlo è la consapevolezza che lo zio ha ucciso il padre (e sposato la madre) per succedere al trono, ma in realtà, la sua malinconia ha derive che spaziano per tutti i campi dell’essere. È la classica “follia lucida” dell’eroe che per sensibilità è scisso dalla società in cui vive, non riconoscendosi nei suoi privilegi e sistemi di vita.
Follia usata per sottolineare la condizione paradossale dell’essere umano
Il giovane Holden, Salinger
Qui più che di pazzia si parla di adolescenza come anticamera, però, a un eventuale pazzia. Il personaggio entra in crisi, non riconoscendosi nei modelli della società, e commette una serie di azioni che lo porteranno a soggiornare in una casa di cura. Siamo in presenza non di un vero folle, ma di una personalità borderline in cui ci riconosciamo solo in parte.
Follia usata per mettere in crisi un sistema di valori
COME DEVE ESSERE IL FOLLE-SAGGIO
Stai scrivendo un romanzo e vuoi inserire la figura del pazzo riconosciuto tale da tutti, in realtà unico depositario della verità? Alcuni consigli per delinearla.
Il folle-saggio non è un semplice disadattato o un giovane ribelle. Il ribelle anticonformista non è un pazzo, anche se è sulla strada per diventarlo (Holden Caulfield). Il folle-saggio fa paura e tutti se ne tengono istintivamente alla larga.
*Il folle-saggio deve recare in sé alcuni sintomi tipici della follia, altrimenti non sarebbe ritenuto tale dalle persone che lo circondano.
*Il folle-saggio non è un saggio-folle. Mi spiego, il saggio folle è l’uomo che parte dalla normalità e arriva alla follia. È l’impiegato modello che di notte esce in strada in cerca di povere ragazze da fare a pezzi. Il folle-saggio si pone all’opposto: è ufficialmente un disadattato con cui non si riesce a comunicare, ma nel segreto il più normale di tutti.
*Il folle-saggio non comunica con gli altri se non attraverso un linguaggio particolare che non tutti sono in grado di comprendere. Ovvero, per conoscere la verità e interpretarla attraverso le parole del folle, chi è normale dovrà capire come comunicare con lui, dovrà decrittare la follia per leggere la verità.
*Il folle-saggio nasconde verità solitamente terribili. È dunque un personaggio da utilizzare in storie dove, con un colpo di scena, si vuole rivelare una realtà se non opposta, sicuramente più inquietante di quella ordinaria in cui si “galleggia”.