Antropofagia e cannibalismo tra i generi letterari3 min read
Reading Time: 4 minutesEcco qua un altro bel tema, allegrissimo come sempre! Si parla di alimentazione, ma forse nel modo meno allettante possibile… a meno che tra di voi non ci sia davvero qualcuno che ama un certo tipo particolare di carne. In ogni caso, anche se a volte usati come sinonimi, cannibalismo e antropofagia sono due cose ben distinte e separate. Cito dalla mia Enciclopedia preferita:
Cannibalismo – Predazione infraspecifica, ovvero cibarsi dei propri simili.
Antropofagia – Indica un organismo carnivoro che si nutre, preferibilmente o meno, di esseri umani.
Quindi, ricapitolando: un uomo cannibale è antropofago, ma anche il leone nella savana, se assaggia il cacciatore è antropofago. Ma lo stesso leone non è cannibale finché non mangia un leone come lui. Distinzione necessaria, soprattutto se ci si vuole avventurare in speculazioni filosofiche sulla questione se gli zombie siano o meno esseri umani.
Sappiamo tutti cosa sono gli zombie, almeno quelli della specie divulgata da George A. Romero con film come L’alba dei morti viventi, Zombi, ecc. È ormai noto, però, che l’origine del termine è tutt’altro che cinematografica. Secondo alcune credenze popolari delle Antille infatti lo zombie è uno spirito soprannaturale che sarebbe capace di restituire la vita a un cadavere; una vita passiva, nella quale sarebbe succubo della volontà del mago rianimatore. Niente antropofagia in questo caso. Gli abitanti di queste isole infatti temevano di divenire zombie essi stessi, e quindi schiavi senza coscienza, e non di essere divorati come i protagonisti delle pellicole low-budget del regista americano.
Un uomo che, morendo, diventa qualcos’altro. Proprio nel secondo film di Romero, Dawn of the dead (Zombi, nella traduzione italiana), uno dei protagonisti fa una distinzione sostanziale tra queste creature e l’essere umano. Cito liberamente: “non si può parlare di cannibalismo. Queste creature non sono esseri umani. Non lo sono più.”
In un mio racconto, pubblicato qualche tempo fa su Penne Matte, nella sezione horror, mi sono divertito a immaginare tre diversi gradi di coscienza che potrebbero avere i morti viventi nel caso di una invasione aliena, a seconda di quanto il loro cervello sia putrefatto o meno dopo il decesso. Di qui anche la conseguente ferocia con cui il morbo, e la fame, arrivano a manifestarsi.
Il dibattito se gli zombie siano antropofagi piuttosto che cannibali può riguardare l’horror, ma interessa poco gli autori di thriller, che, come i protagonisti delle loro storie, vanno poco per il sottile. Basti pensare alla ferocia di Hannibal the cannibal, al quale poco importa di giustificare i suoi gusti alimentari dietro argomentazioni speciste, e ai vari serial killer che non disdegnavano un assaggio delle loro vittime.
Un bell’esempio che abbiamo qui su Penne Matte è La confessione del cuoco del diavolo, di Rupert Wolf. Qui è narrato l’interrogatorio di un noto chef che prepara piatti prelibati per un gruppo non meglio definito di potenti; i potenti quelli veri, statisti, politici, mafiosi, orrori molto al di là della fantasia. E a quanto pare le prelibatezze del cuoco in questione sono tutte a base di carne umana…
Anche Interstate 22 di Gregorio Prestifilippo tratta tematiche simili. Pubblicato nella sezione no genere, questo romanzo breve narra le vicende di due corrieri della droga che viaggiano sulla strada statale in questione finché non si ritrovano a dover lottare per la propria vita con un’intera famiglia di cannibali. Qui le atmosfere sono un po’ più alla Tarantino di Dal tramonto all’alba, o del fumetto americano Preacher, ma l’angoscia suscitata dall’immagine di essere divorati da un proprio simile non cenna a calare.
Anche nel fantasy abbiamo un esempio rilevante di antropofagia: l’orco. Quello delle favole, per antonomasia, preferisce più la carne tenera dei bambini, mentre quello dei romanzi, di solito, sembra essere solo carne da macello per battaglie all’ultimo sangue. Su Penne Matte, ad oggi, le opere taggate sotto la parola “orchi” descrivono tutte quest’ultimo tipo di creatura, spero perciò che qualche autore si cimenti in un bel banchetto fantasy dai contenuti splatter.
Spero di aver stuzzicato il vostro interesse, solo ed esclusivamente letterario, per questa tematica abominevole, e di non aver stimolato invece appetiti inconsci che covavate all’interno delle vostre anime malefiche. Non dimenticate di segnalare qui sotto il vostro racconto cannibale (che magari potrebbe essermi sfuggito), o di lasciare qualche considerazione a riguardo.