Season 7 Game of Thrones, un romanziere avrebbe fatto di meglio?3 min read
Reading Time: 3 minutesSPOILER STAGIONE SETTE
È terminata l’ultima stagione di Game of Thrones. Un sacco di post sono stati scritti in merito. Ovviamente la rete si è divisa tra entusiasti e sdegnati, in mezzo gli scettici, quelli che fino a quando non sarà finita l’intera serie, non intendono esprimersi.
Su una cosa, però, si è parecchio discusso durante la settima stagione e non solo all’indomani dell’ultima puntata, e cioè su una supposta mancanza di spessore dei personaggi.
Come molti di voi sapranno, la serie tv, per quanto riguarda la trama, è andata avanti autonomamente, cioè per sforzo creativo degli sceneggiatori Benioff e Weiss a partire dalla morte di Jon Snow nella quinta stagione, perché lì, mentre il Bastardo degli Stark languiva tra la neve irrorata del suo stesso sangue, si è fermato l’ultimo romanzo di Martin, A Dance with Dragons. Più oltre, l’autore non si è spinto.
Dalla sesta stagione in poi, Game of Thrones si è trasformato in una saga solo televisiva. Qualche volta con degli ottimi sviluppi di trama, degni di un grande autore, parlo ad esempio del personaggio di Hodor e del suo destino, spiegato attraverso lo sguardo fuori dal tempo e dallo spazio di Bran. Ma a parte rari sprazzi di genialità il bello della sesta stagione si è visto nelle battaglie come quella dei Bastardi, dove la scenografia e l’azione sono stati elementi chiave.
Se da una parte, dunque, abbiamo avuto un’accelerazione della trama, un rapido sviluppo dei fatti, dall’altra, alcuni di noi hanno registrato un impoverimento dei personaggi, come se Cersei, Jon Snow, Tyon, Daenerys eccetera fossero sempre più simili a se stessi e, guarda caso, simili a come i fan se li aspettano.
Ovvero:
– Snow è sempre più un cavaliere immacolato
– Daenerys è sempre più un’aspirante regina con ogni diritto di diventarlo, una sorta di Santa dei Sette Regni
– Tyon è sempre più buono e gradualmente in lui sono venuti a mancare tutti quei difetti che ce lo avevano reso congeniale, il bere, il cinismo eccetera

Ci sono poi alcuni fatti che si sono svolti troppo rapidamente e che, secondo me, tra le pagine di un romanzo avrebbero richiesto maggiore attenzione.
Ad esempio:
– Nella penultima puntata della settima stagione, Snow, Jorah, Gendry, il Mastino e gli altri si ritrovano intrappolati in una sorta di iceberg oltre la Barriera, circondati dagli estranei che li attendono sulle rive del lago. Jon invia Gendry alla Barriera per avvertire i guardiani del pericolo e fare in modo che, a loro volta, essi avvertano Daenerys. Dunque Gendry corre in condizioni disperate attraverso neve e ghiacci per chissà quanti chilometri, bussa alla Barriera mezzo morto, trova la forza e il fiato di dire quello che è successo, infine i Guardiani della Notte inviano un corvo a Dragonstone dove risiede Daenerys, che poi arriva a salvare Snow e compagnia con i due draghi. Nella puntata, sembra che tutto questo sia avvenuto nel tempo di una notte e un giorno; un po’ poco, o no?

– Altra cosa, nella penultima puntata vediamo il Night’s King toccare il drago che aveva abbattuto e renderlo estraneo; e difatti la stagione si chiude con il Night’s King a cavallo del drago che scioglie la Barriera. Non trovate che sia tutto un po’ banale? Già me l’immagino l’epico scontro nella prossima stagione: Daenerys a cavallo del suo drago contro Night’s King a cavallo del proprio; fuoco azzurro contro fuoco giallo. Un picchiaduro in piena regola.
L’unico sviluppo che ho trovato degno di Martin o delle prime cinque stagioni, è stato quello relativo a Ditocorto. Lì è stato tutto perfetto. Il grande tessitore di trame che non si accorge di essere divenuto egli stesso il disegno di una trama più grande di lui tessuta dalle due sorelle Stark, la morte inferta con lo stesso pugnale che lui aveva brandito ad Approdo del re.
Ecco, qui sembrava esserci il tocco di Martin, ma per il resto…
Per il resto la settima stagione è stata tutta fatti. Pochi i cambi di registro dei personaggi o le scene che davvero non t’aspetti.
La mano di uno scrittore, più lenta, ponderata, attenta al dettaglio, forse avrebbe fatto meglio.
Voi che dite?