La specie estinta degli scrittori sporcaccioni2 min read
Reading Time: 2 minutesLo scrittore sporcaccione è una tipologia di scrittore ricorrente fino a poco tempo fa, che trovava la sua massima espressione in Charles Bukowski. Bukowski parlava di scopate, sbronze, perversioni, povertà, giornate buttate via a far niente, nottate buttate via a sbronzarsi. Tutto questo con uno stile (volutamente) dimesso, una sorta di minimalismo straccione, stringato più per pigrizia che per volontà di sintesi, ma a tratti fulminante nella sua esemplificazione della realtà.
Ovviamente, Charles Bukowski non è stato né il solo né il primo scrittore sporcaccione. Ad esempio, possiamo considerare Louis Ferdinan Céline – tra l’altro amatissimo da Bukowski – uno scrittore sporcaccione? Forse sì. La sua prosa è esplicita, bassa, volgare. I contenuti non si fanno problemi a inscenare situazioni scandalose benché l’oggetto dell’indagine non sia il quotidiano quanto la Storia: la guerra, il colonialismo e la povertà. Altro autore sporcaccione che aveva innalzato il sesso e la trivialità a sistema filosofico è Henry Miller con il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno e anche la Crocefissione in rosa – Sexus, Nexus, Plexus. Anche John Fante era un po’ sporcaccione. In Italia non sono mancati scrittori sporcaccioni, ma senza l’autocompiacimento degli americani o la propensione alla bottiglia. L’ultimo vero scrittore sporcaccione che mi viene in mente e che può essere annoverato anche nel filone del Dirty Realism (un “realismo sporco” che combina uno stile minimalista a tematiche di squallore quotidiano; punto di riferimento: Rymond Carver), è Pedro Juan Gutierrez.
Poi basta.
Lo scrittore sporcaccione è una specie in via di estinzione.
Guardatevi intorno e ditemi.
Di porcherie se ne scrivono sempre, perché fanno parte del nostro vissuto, ma oggi, un autore anche bravo che pretendesse di divertirci e scandalizzarci parlandoci dei suoi problemi di alcolismo e della sua dipendenza dalla passera, ci farebbe più che altro tenerezza.
Perché?
Perché i costumi sono cambiati. Perché il sesso estremo è stato diluito in una versione aggiornata di Cenerentola per casalinghe (Cinquanta sfumature). Perché c’è Internet: PornHub, YouPorn eccetera. Oggi il sesso per scandalizzare deve essere patologico e per divertire deve essere bizzarro.
Mi viene in mente un autore appartenente proprio a un recente filone della narrativa, la Bizarro Fiction. Parlo di Carlton Mellick III che ha scritto un romanzo intitolato La vagina infestata.
In breve: un tizio, un giorno, vede sbucare uno scheletro dalla vagina della sua ragazza. Lei insiste perché lui entri a dare un’occhiata e così scopre un mondo. Un universo uterino pieno di strani esseri un po’ fetish.
Bukowski non esiste già più.
Rimane la sua prosa: rapida, ironica, pigra e terapeutica nel suo solenne menefreghismo. Ma i contenuti si sono spostati in ambiti che non avremmo mai immaginato.