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Le armi della fantascienza: parte 1 – le armi proprie5 min read

10 Giugno 2017 4 min read

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Le armi della fantascienza: parte 1 – le armi proprie5 min read

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Non ci scambierete certo per dei guerrafondai se periodicamente siamo qui a parlarvi di armi e tecnologie belliche, vero? Qualche tempo fa vi ho parlato dell’immaginario (e del giro di affari) evocato dalle armi del mondo fantasy, e il nostro Alberto invece ha preso in rassegna quali sono le dieci armi più potenti del cinema di fantascienza. L’arma è per sua natura legata al concetto di azione, e per questo motivo rende meglio sul grande schermo (volete mettere una bella astronave alla Kubrick o gli effetti devastanti del M141A?), tuttavia non sono mancati autori che sono riusciti con la loro scrittura a crearne di originali. In questo breve articolo vi offrirò un campionario di armi della letteratura fantascientifica (con titoli annessi, ovviamente). Nello specifico mi occuperò delle armi proprie, ovvero quelle create appositamente per offendere o difendere un individuo o una civiltà. In un prossimo futuro mi dedicherò invece a quelle improprie, ovvero a quegli strumenti che apportano potere senza necessariamente versare sangue (non in maniera diretta, almeno).

Tra i primi macchinari bellici sbarcati, almeno immaginariamente, sul pianeta Terra ci sono senza dubbio i tripodi del La guerra dei mondi di H.G. Wells (1898). Dotati di potentissimi e distruttivi tentacoli questi giganti d’acciaio possono sparare un raggio di calore, spargere del fumo nero e con i loro tentacoli riescono ad afferrare oggetti. I tripodi arrivano sulla Terra grazie a dei cilindri sparati dal pianeta Marte e possono essere considerati i papà dei successivi robot da guerra. È nell’opera teatrale R.U.R. di Karel Čapek (1921) che si parla per la prima volta di robot, e per giunta di robot che si ribelleranno al proprio creatore; come tutti sappiamo, Isaac Asimov poi ne stigmatizzerà le caratteristiche positive e negative. Saranno poi i giapponesi, nei loro manga e anime a partire dagli anni ’60, ad invadere la cultura pop di robottoni dando a queste creazioni un’attitudine più bellicosa.

Più piccole, ma di sicuro più maneggevoli sono tutti i tipi di arma da fuoco futuristica. Tra le svariate tipologie citiamo Il cannone dell’omonimo racconto di Philip K. Dick (1952), arma micidiale, e autonoma, posta a difesa di una tomba di una civiltà scomparsa. Partendo dalle storie di Dick la cinematografia si è sbizzarrita: si pensi al Deckard’s lapd 2019 blaster, il pistolone di Blade runner, per capirci, inesistente nel romanzo, o alle le pistole soniche di Minority report. In Fanteria dello spazio, romanzo di Robert A. Heinlein che parla delle avventure di marine spaziali occupati in sanguinosi sbarchi di una guerra di conquista (1959), potete trovare un campionario di queste armi a misura d’uomo. In particolare anche le loro tute protettive sono armi, moltiplicatrici di forza e di movimenti.
Risultati immagini per il giorno dei trifidi
Ma l’ingegneria non è l’unica disciplina scientifica capace di creare offensive. Nel 1935 Harl Vincent prospetta un tipo di invasori alieni che sarà in seguito molto comune presso gli autori degli anni ’50. In Parasite, gli alieni si attaccano agli esseri umani e li controllano, diventando il loro cervello, il che rende molto difficile combatterli. Anche ne Il giorno dei trifidi di John Whydam (1951) troviamo delle creature che cercheranno di decimare l’umanità, ma questa volta la creazione avviene per mano di alcuni biologi.

Ancora in ambito biologico, in La macchina bellica di Evan Hunter (1954), il comando terrestre dell’esercito che sta conquistando Marte perde la sua arma essenziale: il soldato Terwilliger. Fornito di memoria totale, questi è l’unico ad essere al corrente di tutte le cifre dei movimenti di truppe, d’immagazzinaggio e di rifornimenti. I marziani non lo vogliono mollare perché a loro volta dipendono da lui. Il super-soldato pur essendo biologico è pur sempre un’arma, lo sa bene chi è avvezzo alle avventure di Captain America e di tutti i super-eroi a fumetti a lui affini. Un altro romanzo interessante su queste tematiche è il più recente Capre di guerra, di Jon Ronson (2004), anche se qui la fantascienza cerca di sfondare prepotentemente nella realtà.

Per concludere questa breve rassegna, come non citare la famiglia a cui appartiene Morte Nera di Star Wars? Sto parlando del classico ordigno dell’apocalisse, che sia “l’arma di fine di Mondo” del dr. Stranamore o un qualsiasi dispositivo atto alla distruzione totale del genere umano. Tra i romanzi più interessanti che contengono questa delicatezza citiamo: La nube purpurea di Matthew Phipps Shiel (1901), romanzo che narra la quasi estinzione dell’umanità a causa di una nube venefica; Abisso di Heinlein (1943), i cui protagonisti lottano per evitare che l’esplosione di un’arma finale distrugga il mondo; Ghiaccio-nove di Kurt Vonnegut (1963), nel quale viene creata una sostanza che ha la capacità di congelare tutta l’acqua sulla Terra.
Wikipedia afferma poi che “in linea puramente teorica, qualsiasi oggetto può essere utilizzato come arma” (ce lo dice bene questo video). Io rilancio e dico che qualsiasi arma può essere un’arma di fantascienza. In Crociata spaziale di Poul Anderson (1960) assistiamo ad un’invasione aliena nell’Inghilterra medievale che si scontra con una formazione armata di inglesi in procinto di partire per la Terrasanta per una crociata. La ferocia e la mancanza di immaginazione dei crociati hanno la meglio sugli alieni, sebbene il loro equipaggiamento non sia così avanzato. I crociati si impadroniscono, spade alla mano, dell’astronave e raggiungono il pianeta d’origine degli alieni dove iniziano un’implacabile guerra. Nel futuro, quando gli uomini raggiungeranno le stelle, le troveranno occupate da un impero di umani, regolati da un sistema feudale.
Se conoscete altri esempi di armi micidiali che fanno da protagoniste in romanzi e racconti sci-fi non esitate a commentare. Quello che posso fare io è darvi appuntamento al prossimo articolo di fuoco sul tema…

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