Per una genealogia degli eroi del fantasy e della sci-fi3 min read
Reading Time: 3 minutesTitolo pretenzioso, eh? Ma non preoccupatevi, non vi ammorberemo con bibliografie infinite e giri di parole incomprensibili. Ci chiedevamo soltanto, in maniera anche un po’ naif, da quali eroi classici derivassero gli eroi moderni della fantascienza e del fantasy. E abbiamo trovato delle risposte (troppe!) che cercheremo di riassumervi in tre casi particolari, sperando di tracciare almeno un labile filo rosso sulla questione e magari segnalare qualche spunto di lettura utile sia ad autori che a lettori.
Lo studioso di letteratura medievale e anglosassone Tom Shippey, in un’interessante conferenza del 2001, indaga quali possano essere i legami tra Tolkien e il poeta anonimo autore del poema epico Beowulf. Esattamente come l’anonimo dell’VIII secolo Tolkien sarebbe infatti un “inglese che usa di nuovo materiali antichi e largamente tradizionali“, parole queste usate dallo stesso Tolkien in uno studio sul poema anglosassone. Risulta chiaro quindi come Tolkien si rifacesse ad un certo tipo di eroe descritto nella letteratura alto-medievale, con radici ancor più antiche, piuttosto che ai modi ingentiliti dei cavalieri dell’età cortese di tre secoli dopo. La presenza del drago nella vicenda narrata nel Beowulf sarebbe poi una prova dell’immaginario ereditato da certa letteratura fantastica moderna. Ovviamente, non ci riferiamo qui ai protagonisti dei due romanzi più famosi di Tolkien, Bilbo e Frodo, dalle caratterizzazioni di sicuro più originali e quindi più moderne.
Figure invece come quella di Ulisse nell’Odissea, coinvolte in un viaggio immaginario quasi ai confini della realtà, sembrano essere il ceppo originario delle opere di fantascienza del XX secolo. Si pensi alle Argonautiche, all’Eneide, vere e proprie evasioni fantastiche verso mondi lontani popolati talvolta da misteriose creature, ma soprattutto a La storia vera di Luciano di Samosata che sembra in qualche modo anticipare di secoli la space-opera dell’età dell’oro della sci-fi americana (con tanto di incontri ravvicinati con civiltà extraterrestri!). A mio parere anche il Cyberpunk può essere considerato un vero e proprio viaggio in un altro mondo, soprattutto quando la realtà virtuale prende il sopravvento (anche se i suoi protagonisti, per le sfumature stesse del genere, sono spesso dei veri e propri eroi negativi).
Un terzo caso è rappresentato dalle società avveniristiche, dominate da una conoscenza scientifica di gran lunga superiore alla nostra. Ne La nuova Atlantide, Bacone immaginava una civiltà tecnocratica in cui la scienza e le sue invenzioni avrebbero reso meravigliosa la vita dell’uomo. E chi è l’eroe in questo caso se non lo scienziato o il filosofo? Alcune ricadute contemporanee di questa visione scientifica, sebbene sempre accompagnate dal monito del “non esagerare con gli esperimenti”, sembrano ritrovarsi in opere come Jurassic Park, se gli scienziati riescono a risolvere i problemi per tempo, in Frankenstein se questo, ahimè, non accade…
Dunque, tu, scrittore di racconti fantastici, a che tipo di eroe positivo fai riferimento? Il forzuto ammazza-draghi senza macchia e senza paura, il viaggiatore temerario desideroso di scoperta, o il sapiente, magari anche un po’ matto, a cui piace giocare con la fisica? Oppure anche tu preferisci confrontarti con il profilo dell’anti-eroe che amiamo tanto nei nostri tempi moderni?
A questo proposito vi lascio una lettura interessante, il bel saggio di Wu Ming 4, L’eroe imperfetto, scaricabile gratuitamente qui, in cui l’autore affronta una profonda riflessione sulla figura dell’eroe di ieri e di oggi, ripercorrendone il percorso di decadenza e cercando di evidenziarne la necessità letteraria.