A Torino apre la libreria del giallo2 min read
Reading Time: 3 minutesarticolo di Paolo Armelli per Wired.it
Negli ultimi anni sono cambiate le abitudini di lettura, i supporti su cui leggiamo, sono cambiati perfino alcuni generi, è dunque naturale che debbano cambiare anche le librerie. Ma se fino a poco tempo fa l’unica previsione possibile era quella di chiusure inevitabili, oggi il mercato sembra aver ripreso in qualche modo respiro e anche per le librerie stesse si prospettano cambiamenti sostanziali. Una delle strade? La specializzazione in un solo genere.
In corso Francia a Torino, ad esempio, ha aperto in questi mesi La casa del giallo, libreria dedicata a tutte le sfumature del noir, del poliziesco e del thriller. Non solo libri (nuovi e usati), ma anche dvd, manifesti e altri gadget: “È sicuramente una delle pochissime librerie di questo tipo che esistono a livello nazionale“, ha dichiarato a La Stampa il fondatore Massimo Roggero, 62enne con già un’esperienza con un bancarella di libri usati, “soprattutto dopo la chiusura alcuni anni fa della famosa Sherlockiana di Milano“. E infatti la libreria attira collezionisti e appassionati disposti non solo ad interessarsi alle ultime novità, ma anche a pagare un bel po’ per pezzi vintage e rarità.
Non è un caso isolato, comunque: a Torino l’anno scorso aveva aperto una libreria completamente dedicata a fantasy e fantascienza, Vecchi e Nuovi Mondi; a Napoli in febbraio ha inaugurato la libreria Flamel, focalizzata invece sulla letteratura e la saggistica esoterica. Spiccano poi, a livello internazionale, i casi eccezionali: uno fra tutti quello della Livraria Lello e Irmão di Porto, che con le sue decorazioni neogotiche ha ispirato J.K. Rowling e che richiede un biglietto d’ingresso per entrare (poi scontato su eventuali acquisti).
Pagare un biglietto per mettere piede in una libreria? Entrarci e non trovare qualsiasi cosa perché il suo catalogo è limitato a un solo genere? Fino a qualche decennio fa potevano sembrare eccezioni se non assurdità, oggi invece potrebbero diventare la prospettiva di sviluppo futuro delle librerie indipendenti. Nonostante le previsioni più catastrofiche, infatti, i punti vendita fuori catena o franchising hanno resistito meglio del previsto all’urto dei grandi colossi online e non. Ma è chiaro che il loro modello deve cambiare.
Specializzarsi in questa o quell’altra letteratura di genere o addirittura divenire gioiellino per turisti e collezionisti non è una scelta errata, anzi asseconda un trend che vede trasformarsi le libreria da semplici punti d’acquisto a hub di consulenza letteraria e dialogo culturale. Le nuove indipendenti organizzano eventi, creano community di lettori, mettono in contatto compratori e collezionisti, si fanno promotrici di iniziative editoriali, petizioni e rassegne.
Ovviamente il loro compito è più semplice se possono far riferimento a un argomento specifico e un pubblico ben determinato. Questa non sarà l’unica strada ovviamente. In effetti, in un Paese come il nostro in cui 13 milioni di abitanti vivono in comuni senza libreria, ci sarà sempre bisogno anche di un approccio più generalista al mercato librario. Ma la specializzazione non è più né fantascienza né un enigma irrisolvibile.
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