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Recensioni

Dark Matter di Blake Crouch – recensione2 min read

10 Marzo 2017 3 min read

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Dark Matter di Blake Crouch – recensione2 min read

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articolo pubblicato su Wired.it
Oggi la letteratura di genere può permettersi di fare i doppi, tripli salti mortali. Può permettersi di tutto e per “tutto” intendo ibridare. Un romanzo di fantascienza non è più solo un romanzo di fantascienza, ma anche un thriller (fantathirller) una rivisitazione del futuro come lo si immaginava in epoca vittoriana (steampunk) o una rielaborazione della storia come sarebbe stata se un certo fatto piuttosto che un altro fosse accaduto (ucronia); così come un romanzo fantasy può prendere varie derive: urban, sword and sorcery, paranormal eccetera.
I romanzi di Blake Crouch sono un esempio di questa possibilità che un autore di genere ha di stravolgere il genere. Prendiamo Wayward Pines, da cui è stata tratta l’omonima serie tv. Si tratta di una trilogia che parte come un thriller, con ambientazioni alla Twin Peaks, per diventare una distopia in piena regola.
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Lo stesso processo di ibridazione avviene nel suo ultimo romanzo, Dark Matter, pubblicato da Sperling & Kupfer.
La storia parte come un thriller. Siamo a Chicago. Jason Dassen e la moglie Daniela sono una coppia che, per amore del loro matrimonio e del loro figlio, hanno dovuto rinunciare alla carriera. Jason non è lo scienziato da Nobel che sognava e, soprattutto, prometteva di diventare grazie ai suoi studi sulla quantistica; Daniela non ha sfondato in campo artistico. Una sera, Jason esce per partecipare a una festa data da un suo compagno di università che invece si è realizzato. Sulla strada verso casa viene fermato da qualcuno che lo trascinerà in una vecchia fabbrica e lo drogherà. Al suo risveglio, Jason si troverà nella realtà alternativa che ha rimpianto, quella del sé realizzato. E qui il romanzo prende la strada degli universi paralleli. Non dico altro (quanto appena scritto non è più di ciò che leggerete sul risvolto di copertina).
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Il romanzo di Crouch ha una trama che non stanca mai il lettore, piena di colpi di scena. È un thriller quantistico – chiamiamolo così – che adempie egregiamente alla sua funzione di lettura di evasione. Usa tutti gli strumenti che un autore di genere ha oggi per catalizzare l’attenzione del lettore. È un romanzo così veloce che non si ha il tempo di trovarlo scontato anche se, alla fine, un po’ lo è. Di sicuro, come la trilogia di Wayward Pines, approderà sullo schermo, ha tutte le caratteristiche per farlo. Ecco, forse è questa l’unica cosa che un po’ lascia l’amaro in bocca dei romanzi di Crouch: vivono troppo in funzione della versione visiva che si propongono coscientemente oppure no, di concretizzare. Ma, ripeto, ciò non toglie nulla alla godibilità di una trama che mescola scienza e thriller a un ritmo sostenuto.
La storia è quella classica, del protagonista che si risveglia in una situazione che non riesce a decifrare nell’immediato, e quando comincerà a farlo, lo lascerà senza parole. E lascerà il lettore con il desiderio di saperne di più.
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