blog di Alberto Grandi
Cose da scrittori

Infodump, come evitarlo3 min read

8 Marzo 2017 3 min read

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Infodump, come evitarlo3 min read

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Per capire cosa sia esattamente l’infodump, consideriamo il termine e il suo significato: dump, in inglese, significa discarica. Infodump, dunque, riguarda il superfluo, tutte quelle informazioni che l’autore fornisce al lettore per dovere di precisione, ma di cui il lettore farebbe volentieri a meno.
L’infodump è un errore ricorrente in narrativa, non solo da parte degli autori esordienti, anche se è tipico di chi è alle prime armi.
Del resto imparare a scrivere significa imparare a “non scrivere” ovvero a essere sintetici, evocativi, lasciando al lettore lo sforzo – il piacere – di immaginare il contesto della scena, l’espressione dietro una battuta.

Spesso l’infodump toglie credibilità ai dialoghi e ai personaggi. Mettiamo che un autore esordiente scriva un romanzo di fantascienza e che voglia essere preciso nel profilare il lato scientifico della storia. In un brano, X, che ha appena comprato un’auto volante, invita Y a salire a bordo. Y, colpito dall’ergonomia dei sedili e dalla capacità di decollo, si complimenta con X ed ecco che X, dopo averlo ringraziato, gli spiega com’è fatto esattamente il motore di un’auto volante e cosa gli permette di sollevarsi in volo e svicolare tra un grattacielo e l’altro. Ora, un simile dialogo suona come un’intrusione vera e propria dell’autore. È come una gomitata che egli dà al lettore, sussurrandogli: “Ok, sappiamo entrambi che le auto volanti non esistono, ma guarda come sono bravo a descriverle e rendere credibili la loro presenza!”. Se un amico ti invita a bordo della sua Ferrari, non si metterà a raccontarti la storia del motore a combustione e a spiegarti la tecnologia che ne è alla base, giusto?
the-balanced-narrative

Come dicevamo, saper scrivere significa non solo trovare le parole giuste, ma escludere quelle superflue. Le spiegazioni, inoltre, non sono mai il modo migliore di chiarire al lettore come stanno le cose, meglio quello indiretto ad esempio attraverso i gesti. Meglio suggerire al nostro lettore che si è in montagna, facendo rabbrividire dal freddo un personaggio, o forzandolo ad accendere il fuoco, non appena è entrato in una baita, piuttosto che descrivere minuziosamente ciascuna delle vette che compongono una certa catena montuosa.

Ecco alcune domande che un autore dovrebbe porsi per verificare di non essere caduto nella trappola dell’infodump:
*La mia scrittura è più informativa che connotativa? Se sì, allora, devo stare attento perché l’informazione è qualcosa che compete i giornalisti, non gli autori. Un giornalista deve raccontare in modo esatto, un autore in modo vero, ovvero verosimile.
* Sto esagerando con le informazioni biografiche? Spesso, chi cade nell’infodump, tende a voler dire tutto dei suoi personaggi, anno di nascita, scuole frequentate, sport preferiti, musica eccetera. Come se riempire il profilo di dettagli, fosse un modo di rendere un personaggio reale. Ma questo genere di informazioni non interessano al lettore. Non dobbiamo dire, dei nostri personaggi, più di quanto sia necessario e pertinente allo svolgimento della trama.
* I dialoghi sono troppo pesanti? Se sì, allora potrebbero soffrire di infodump. I dialoghi sono la prova del nove in un romanzo perché devono essere spontanei per suonare credibili. Se un autore può eccedere in manierismi nella descrizione di un tramonto, in un dialogo deve suonare il più possibile naturale perché non è lui a parlare, ma il suo personaggio. I dialoghi di Hemingway sono splendidi proprio per questo: suonano così naturali che ci si scorda che dietro c’è qualcuno che batte le dita sulla tastiera.
* Sto esagerando con i dettagli? Se scrivete un romanzo di genere, è bene che vi poniate spesso questa domanda. Nel fantasy, alcuni autori esordienti non sono mai paghi di descrivere gli interni della casa a forma di fungo del loro eroe gnomo; oppure spendono pagine e pagine nel ritrarre un paesaggio, la geografia di una contea, la sua suddivisione in feudi eccetera. Del resto anche in un legal thriller, un autore potrebbe affannarsi a chiarire decreti legge e meccanismi giurisprudenziali a motivazione di ogni minimo dettaglio, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Insomma, la regola è evocare. Dare alla pagina ciò che è della pagina e lasciare al lettore tutto il resto.

One Comment
  1. Ivana Tomasetti

    Articolo quanto mai interessante. Un duro lavoro di cesoie attende uno scrittore o chi voglia diventarlo.

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