blog di Alberto Grandi
Cose da scrittori

Perché la buona scrittura è soprattutto riscrittura3 min read

7 Marzo 2017 3 min read

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Perché la buona scrittura è soprattutto riscrittura3 min read

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Idealmente, un romanzo si compone di tre fasi prima di essere licenziato dalla nostra scrivania per approdare alle caselle di posta elettronica degli editori.
1) Stesura dello schema della trama e dei personaggi
2) Scrittura
3) Revisione
Ovviamente prima di giungere a quello che ci è più congeniale possiamo fare infiniti schemi e la scrittura è soprattutto riscrittura, tuttavia, quanto tempo deve passare prima che un romanziere riprenda il suo manoscritto e gli dia l’ultima lettura per verificare che tutto vada bene?
Quando si è dentro un’opera, ovvero nel pieno della sua stesura, risulta difficile staccarsene per avere una visione d’insieme, ma anche quando l’abbiamo terminata fatichiamo a darne una valutazione oggettiva. Alcuni autori sono così dipendenti, psicologicamente, da ciò che hanno scritto che richiedono il giudizio di qualcuno di fidato o di un editor a pagamento.
Il problema dei libri è che sono come figli che si fatica a lasciare andare liberi per il mondo, un po’ perché li vorremmo sempre con noi, un po’ perché temiamo che non siamo abbastanza autonomi da cavarsela da soli.
Prima di quantificare il tempo che deve passare dall’ultima revisione, alcune dichiarazioni di autori affermati sulla pratica della riscrittura, irrinunciabile se non si vuole passare per cialtroni.
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Vladimir Nabokov dichiarò di aver “riscritto, spesso più volte, ogni parola che abbia mai pubblicato. Le mie matite sono sopravvissute alle loro gomme”.
Elmore Leonard, un maestro nell’arte dei dialoghi, diceva di riscrivere tutto ciò che suonava come “scritto” anziché parlato.
Hemingway disse di aver riscritto l’ultima parte di Addio alle armi, nello specifico l’ultima pagina, ben 39 volte.
Roald Dahl affermava che prima di giungere alla fine di un romanzo, leggeva e correggeva la prima parte almeno centocinquanta volte, perché “sospetto sia della facilità che della velocità di scrittura. La buona scrittura è riscrittura. Ne sono convinto”.
Truman Capote disse che credeva più nel rasoio che nella matita, un modo come un altro per affermare che la scrittura è soprattutto sottrazione, in un secondo tempo, di tante parole che abbiamo scritto in un primo.
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Solo un bambino o uno scrittore che non prende seriamente quello che fa, crede che il romanzo perfetto sia quello che si scrive di getto una volta sola. L’impeto della scrittura esiste (anche se va dosato, per non rimanere a secco prima del dovuto, come abbiamo già spiegato), ma dopo viene la ragione, il controllo della sintassi, dell’uso degli aggettivi e degli avverbi. La trama, a livello strutturale, può soddisfarci anche subito, lo stile no.
Se tuttavia le fasi di riscrittura dipendono dal singolo autore e dalla sicurezza che egli nutre verso il proprio lavoro, penso che per quanto riguarda l’ultima revisione prima di allegare il file del nostro manoscritto alla mail della speranza, ci sia solo una risposta: quando ce ne si è dimenticati.
Solo quando avrete smesso di pensare alla vostra storia, l’avrete abbandonata a se stessa e vi capiterà, un giorno, del tutto accidentalmente, di tornarci sopra, scoprendo che c’è stato un periodo in cui l’avete elaborata, scritta, riscritta e, infine, ultimata, solo allora sarà il momento per rileggerla a mente lucida un’ultima volta.

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