Qual è la differenza tra favola, fiaba, leggenda e mito4 min read
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Partiamo dalla favola. Si tratta di racconti, non di rado popolati di animali (o anche di uomini e dei) il cui intento è esortare oppure fare la satira di un certo costume. Rispetto alle altre forme di narrazione, la fiaba rappresenta un punto più maturo, “in quanto procura di dare una soluzione pratica alle leggi spesso crudeli o ai pregiudizi che presiedono ai rapporti degli uomini tra di loro e presuppone una società civilmente costituita”, come scritto nel Dizionario di retorica e stilistica edito da Utet.
Spesso, nella favola, gli animali sono umanizzati, proprio perché il loro scopo è rappresentare diversi tipi di umani. Essi assumano la valenza di “operatori logici” come li definiva Lévi-Strauss, ossia elementi classificatori che rendono possibile un quadro semplificato della società. In questo senso è emblematica la favola greca di Esopo.
La fiaba è un racconto fantastico di origine popolare e di tradizione orale dove grande importanza hanno il meraviglioso e il magico e dunque sono presenti creature quale gli elfi, le fate, gli orchi eccetera. A differenza della favola, la fiaba ha intenti meno dichiaratamente moraleggianti o satirici. È un genere di narrazione meno matura e consapevole e solitamente ha un’origine folkloristica, legata alle tradizioni dei popoli. Ma è anche un tipo di narrazione antichissima le cui strutture di base risalgono addirittura all’origine della nostra civiltà; alcuni ipotizzano a una lingua comune che ha preceduto quelle indoeuropee. Non è raro, infatti trovare attraverso i secoli motivi comuni nelle narrazioni fiabesche, dove le uniche varianti sono i nomi dei personaggi e dei luoghi geografici. Esiste anche una forma di indicizzazione delle fiabe sulla base dei loro temi ricorrenti, la classificazione Aarne-Thompson.
La leggenda è, citando sempre il Dizionario di retorica e stilistica, un “racconto di argomento religioso o eroico, in cui fatti o personaggi, quando non siano immaginari, risultano esagerati e amplificati dalla fantasia e dalla tradizione secondo una duplice esigenza di esaltazione ed esemplarità”. La leggenda, dunque, è un racconto in cui può essere presente l’elemento meraviglioso, ma in modo remoto, così come remoto, se non ipotetico, è il suo fondamento storico. A livello di narrazione, sussiste proprio per il fatto che la sua fondatezza non può essere confermata né smentita.
Il mito invece, tende a valorizzare una cultura, a distinguerla, attraverso un racconto sacrale che la vuole fondare, esserne il punto di origine. Come la leggenda, il mito si basa sulla sua non fondatezza, e pretende di risalire a un tempo appunto mitico, diverso da quello storico e da cui quest’ultimo dipende. Nel tempo mitico la realtà era straordinaria, gli animali parlavano, gli spiriti popolavano liberi i boschi eccetera. La differenza con la leggenda, è che il mito si pone come punto di partenza non di un singolo fatto storico, ma di tutta la storia. Il mito fonda. È il tempo prima del tempo così come lo viviamo.
ESEMPI
Favole
Le favole di Esopo, quelle di Fedro. Anche La fattoria degli animali di Orwell può essere considerata una sorta di favola.
Fiabe
Le fiabe dei fratelli Grimm e quelle di Hans Christian Andersen.
Leggende
Alla forma della leggenda hanno attinto numerosi autori, Virgilio nell’Eneide, Ariosto nell’Orlando furioso e Dante nella Divina commedia. Tipiche leggende sono quelle di Re Artù o di Romolo e Remo che pretende di narrare la fondazione di Roma.
Miti
Miti dell’antica Grecia o quelli della cultura norrena raccontati nelle saghe scandinave.
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