È morto Fidel Castro, Lider Maximo amato dagli intellettuali2 min read
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Il 25 novembre, è morto Fidel Castro, il più amato o comunque meno contestato dei dittatori, anche per un certo affetto riservatogli dall’intellighenzia di sinistra, italiana e non solo. La sua è sempre stata una figura controversa. Nato il 13 agosto 1926, il Lider Maximo, conquistò il potere a Cuba nel 1959, rovesciando il governo di Fulgencio Batista insieme a Che Guevara. Malato, nel 2008 aveva consegnato il Paese nelle mani del fratello Raul, ma fino ad allora aveva mantenuto lui il totale controllo. Personaggio leggendario e attorno a cui venivano costruite leggende – “non dorme mai”, “ti penetra con lo sguardo”, “non scorda nulla” – per molti rappresentò il governo alternativo agli Stati Uniti e al loro capitalismo.

Un suo grande amico fu Gabriel Garcia Marquez, l’autore di Cent’anni di solitudine, che in più di uno scritto e in diverse interviste gli tributò affetto e appoggio, suscitando le perplessità di quanti ritenevano Castro responsabile della povertà a Cuba e della soppressione della libertà di opinione con l’incarcerazione e, a volte, la condanna a morte di alcuni intellettuali. Mi viene in mente la Cuba di Pedro Juan Gutiérrez, autore di Animal tropical e Trilogia sporca dell’Avana. Nei suoi romanzi e racconti non c’è alcun attacco al governo di Castro, ma la descrizione di un’umanità da una parte vitale e sessualmente disinibita, dall’altra costretta a vivere d’espedienti per non morire di fame, fa riflettere.

Altro autore che frequentò Castro fu Hemingway che soggiornò a Cuba per più di 15 anni. Qui non è chiaro se lo scrittore fosse ostile al regime castrista o lo appoggiasse. Pare che l’Fbi gli avesse fatto pressione perché abbandonasse l’isola dopo la rivoluzione. L’editore Giangiacomo Feltrinelli fu un sostenitore di Fidel Castro. Insomma, il personaggio seppe guadagnare la stima e l’appoggio di personalità del mondo editoriale in un qualche modo ostile agli Stati Uniti. Con questo Paese i rapporti furono tesi fino al 2016, quando Barack Obama fu il primo presidente americano a sbarcare sull’isola dopo 88 anni.
Nel bene e nel male, Castro è un personaggio che ha fatto la storia ispirando, inevitabilmente, scrittori e registi come James Ellroy in American Tabloid.
Con lui se ne va l’ultimo rappresentante del sogno comunista, già tramontato con il crollo del muro di Berlino.