L’umanità: com’è cambiata e come ha mutato la fantascienza3 min read
Reading Time: 4 minutesTanto, direi. Anche perché è cambiata la fantascienza al punto che una definizione risulta difficile e alcuni la danno per morta. Basta scorrere i racconti partecipanti al concorso #noiumani per rendersi conto che il futuro lo si immagina diversamente da come si faceva anni fa. Del resto, poco prima che il concorso partisse, nel rispondere a un sondaggio, voi utenti avevate espresso delle chiare preferenze riguardo ai topic della fantascienza. Avevate detto che gli alieni erano un tema ormai datato mentre la sopravvivenza della specie quello più attuale. Le astronavi, le guerre intergalattiche e anche le rivolte dei droidi sono temi ricorrenti e affascinanti, ma che non sentiamo più l’urgenza di esplorare in modo ossessivo.
Ecco quelli su cui scommettere se doveste scrivere un racconto o un romanzo scifi.
Uomo e inquinamento
Un recente rapporto dell’Agenzia europea per l’Ambiente (Eea) ha stimato 476mila morti premature l’anno a causa dell’aria inquinata, in Europa. Terribile vero? Tra l’altro l’Italia è uno dei paesi messi peggio. La nebbia tossica che assedia le nostre città è qualcosa che appartiene al presente e facilmente declinabile in scenario apocalittico.

La popolazione a corto di risorse planetarie
Siamo in 7 miliardi e stiamo sottoponendo il nostro mondo a uno stress notevole. L’urbanizzazione selvaggia e l’estensione degli allevamenti e di certi tipi di agricoltura che distruggono la biodiversità – fenomeno conosciuto come land grabbing – per rispondere a una domanda alimentare fuori controllo, rischiano di mandare in malora il nostro sistema di vita, oltre che il nostro pianeta. Tra l’altro un romanzo su questo tema è già stato scritto: La ragazza meccanica.

Gli oggetti che plasmano il nostro destino
Sono loro i nuovi robot. Westworld è una serie tv nata vecchia. Il confronto tra uomo e la sua replica meccanica è antico e poco verosimile. Con l’Internet degli Oggetti, l’intelligenza artificiale s’insinuerà in ciò che ci circonda: auto, frigoriferi, strade, abiti. Più che contro un androide la prossima battaglia l’uomo potrebbe ingaggiarla con il frigorifero. E non è detto che riesca a vincerla.

Una specie di solitari
Con i social network e gli smartphone, la tecnologia ci segue ovunque. Ne siamo schiavi. Per me è già accaduto ciò che uno dei tanti scrittori del passato potrebbe aver prefigurato: ci siamo isolati, assorbiti ciascuno nel proprio cellulare come in uno specchio. Prendere la metropolitana, osservate quanti parlano, quanti leggono un libro e quanti invece se ne stanno chini sul cellulare e ditemi se non si tratta di un incubo scifi a occhi aperti.

L’omologazione del consenso
Questo è un tema attuale e svolto magistralmente nella prima puntata di Black Mirror – terza stagione, Nosedive. Siamo calati in un mondo regolato dai social e dal “punteggio simpatia” che ci danno gli altri. Più sei vicino al punteggio massimo – 5.0 – maggiori sono gli agi e i privilegi a cui puoi accedere, come un appartamento in un quartiere di lusso o una promozione sul lavoro. Il bisogno di essere approvati è tale che la protagonista si trasforma in un’altra persona pur di compiacere. Ditemi se un po’ non è già così.
Realtà virtuale, quella che abbiamo sempre sognato
Si tratta di una tecnologia che si sta evolvendo. È ancora presto per capire quanto potrà essere sostitutiva del mondo reale, certo è che nuovi gadget come Oculus Rift incoraggiano un autore di fantascienza a immaginare due mondi: uno nuovo dove viviamo i nostri sogni e quello antico dove siamo sempre meno propensi a tollerare le tante frustrazioni.

Distopia
Il contrario di utopia: ovvero la peggiore società augurabile. Negli ultimi anni l’impresa di inscenare una società negativa e in cui, solitamente, i giovani venivano omologati e schiacciati dai vecchi, è stata ripetuta diverse volte. Due saghe su tutte: Divergent e Hunger Games. Il trend non si è esaurito, quindi se volete creare una saga con più libri, non dovete fare altro che inventarvi un mondo in cui non vorreste mai vivere. Penne Matte, proprio sulla distopia, tempo fa aveva lanciato un concorso: #RaccontiDistopici.
