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Lucca Comics 2016, che significa scrivere fantasy in Italia?2 min read

31 Ottobre 2016 2 min read

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Lucca Comics 2016, che significa scrivere fantasy in Italia?2 min read

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Il fantasy in Italia, come se la passa?
A Lucca Comics & Games 2016, ha cercato di fare il punto l’Armando Curcio Editore con due suoi autori, Alessandro Orlandini che ha scritto Daglass il viaggiatore: E le cronache dei regni di Elandia, e Chiara Panzuti, firma de Il richiamo di Svalbard. La lettrice.
Si è parlato della scrittura in Italia su più livelli. Prima di tutto per Chiara scrivere è un confronto, un modo “di relazionarsi con le persone. La scrittura appartiene a tutti, è un sentimento personale che si allarga ai lettori, al mondo”.
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Riguardo al fantasy, Alessandro lo definisce il genere letterario più antico di sempre. “L’Iliade, l’Eneide e l’Odissea, i primi testi che leggiamo da studenti, sono fantasy, inutile girarci intorno. L’esplosione del fantasy in Italia, è stata tardiva. Negli Stati Uniti era avvenuta con Terry Brooks, che nei suoi libri rilanciava temi già affrontati da Tolkien, in una chiave più contemporanea. Nel nostro Paese una spinta notevole alla riscoperta della lettura fantastica l’hanno data tv e cinema”.
Questo ha fatto sì che molto fantasy scritto da autori italiani inizialmente fosse generico, poco caratteristico. Oggi l’idea di un fantasy italiano da esportare, comincia a farsi largo, anche se gli editori tendono a rischiare poco e ad affidarsi ai trend del momento.
“Un esempio è il romance” ha detto Chiara. “Non so esattamente il momento in cui il genere è esploso, forse con l’uscita di Cinquanta sfumature di grigio, fatto sta che oggi le storie romance sono quelle su cui gli editori scommettono di più”.
Si è poi parlato delle opportunità aperte dal self publishing e dalle writing community. “Internet è un metodo economico per farsi conoscere e un buon trampolino di lancio per gli autori esordienti” ha spiegato Alessandro. “Le grandi case editrici controllano i dati vendite di Amazon, dunque un autore self che ha venduto 10mila, 20mila copie con un suo ebook comincia a essere guardato attentamente”.
È dello stesso parere Chiara che cita il caso della Netwon & Compton: “Una casa editrice che, ultimamente, ha puntato molto sugli autori esplosi in rete”.
Agli autori esordienti, il consiglio che questi due scrittori danno è di non rinunciare al proprio istinto, nonostante i trend del momento e le imposizioni del mercato editoriale. Perché è proprio da quello che si costruisce un successo.
“JK Rowling ha seguito l’istinto quando ha scritto il primo Harry Potter” ha detto Chiara; e sul fatto che non sempre ciò che detta il mercato decreta un successo, Alessandro ricorda il caso Saviano: “All’inizio la Mondadori non aveva scommesso molto su Gomorra, la prima tiratura era stata appena 5mila copie, poi ne sono state vendute 2,5 milioni”.
Insomma, per quanto scontato possa suonare, quando si scrive bisogna guardare dentro se stessi e abbandonarsi al piacere di inventare storie, magari fantastiche. E lasciar perdere tutto il resto.

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