Bob Dylan vince il Nobel per la letteratura: ha senso?1 min read
Reading Time: < 1 minuteChe ci crediate o no, Bob Dylan ha vinto il Nobel per la letteratura. Muore un Nobel atipico (Dario Fo, nessuno si era aspettato che vincesse lui nel 1997) e viene nominato un nome altrettanto inatteso.

Bob Dylan non è un poeta, se per poeta s’intende uno che si esprime sulla pagina, che affida ai propri versi la musicalità, la melodia, ingredienti che sono impliciti nella poesia. Non è nemmeno un romanziere. È un cantautore. Grande perché la sua musica è bella. I suoi estimatori dicono che lo siano anche i versi. Alcuni, per potenza letteraria, li pongono agi stessi livelli di un T. S Eliot o di un Ezra Pound.
Non conosco Dylan. Non posso esprimermi su di lui. Posso dire che il silenzio della pagina è fondamentale per evocare la musica, il ritmo della prosa o della poesia. Fa parte della sfida che un poeta accetta e ingaggia per evocare con la sua scrittura l’esperienza umana, il destino. Non si può leggere Céline combinandolo con della musica in sottofondo, perché la sua prosa stessa è già musica. Che cosa voglio dire con questo? Che se ci fosse un Nobel per la musica, Dylan lo meriterebbe senz’altro, ma non sono certo che la sua arte sia ascrivibile alla letteratura e dunque meriti il riconoscimento più ambito di questa disciplina.