Cinquant’anni di Star Trek, tra fan e detrattori4 min read
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Star Trek compie 50 anni. Se un prodotto del genere riesce a resistere tanto tempo e a evolversi da serie tv a film, ci sarà un motivo. Per quanto oggi, certe trovate, possano risultare infantili, è indubbio che tra i meriti di questa serie tv vada ascritto quello di aver appassionato alla matematica e alla fantascienza, gente che altrimenti non le avrebbe mai considerate. Tuttavia, i detrattori di Star Trek non mancano e non sono mancati, alcuni davvero illustri. Tra questi Isaac Asimov che scrisse un articolo fortemente critico su TV Guide intitolato What Are a Few Galaxies Among Friends nel quale criticava la serie tv di essere poco attendibile dal punto di vista scientifico: “Non mi disturba piegare un pochino le sacre leggi della scienza per il bene della trama, per aggiungere un po’ di suspense o per permettere al buono di salvare la ragazza all’ultimo minuto. Ho fatto cose del genere io stesso. È l’assurdità scientifica che nasce dalla mera ignoranza a diciotto carati e che non ha nulla a che fare con la trama che mi graffia la spina dorsale come un’unghia sul vetro di una finestra.”
Punto dalle critiche, il creatore di Star Trek, Gene Roddenberry, rispose all’autore con una lettera in cui, pur ammettendo le inesattezze scientifiche, difendeva il lavoro fatto, e lo sforzo di ottenere un prodotto di qualità su tutti i fronti. Ecco un estratto pubblicato su Star Trek Creator: The Authorized Biography of Gene Roddenberry, tradotto dal sito Fantascienza.com:
“Per quanto mi sia piaciuto il tuo articolo, sono ossessionato dal bisogno di scriverti per alcune delle tue considerazioni che non trovo giuste. E, come ogni scrittore di scienza sa cos’è una galassia, ogni autore televisivo dovrebbe conoscere gli aspetti rilevanti di quel campo. In tutta amicizia, e con sincero ringraziamento per le centinaia di ore di lettura che mi hai dato, mi sembra che il tuo articolo abbia trascurato del tutto i problemi pratici, fattuali e scientifici che si affrontano per mandare in onda uno show televisivo e mantenercelo. La tv merita molte critiche, e non solo quella di fantascienza, ma la critica dovrebbe essere finalizzata e non una fucilazione sul posto. Ad esempio, Star Trek non è quasi andata in onda perché ha rifiutato di diventare uno show per ragazzi, perché ha rifiutato di mettere un Lassie a bordo della nave, e perché ha insistito sulle assunzioni di Dick Matheson, Harlan Ellison, A.E. Van Vogt, Phil Farmer e così via (non tutti sono poi entrati perché lo scripiting televisivo è un lavoro difficile, ma molti ci sono riusciti)”.
Nel tempo, il parere di Asimov su Star Trek mutò e alla fine il grande autore della Fondazione diede vari consigli a Roddenberry per migliorare la serie e sviluppare i personaggi al meglio.
Insomma, da critico della serie tv, Asimov si trasformò in suo fan.
Tra i detrattori di oggi, va citato lo scrittore britannico Charles Stross – autore di Arresto di sistema – e il suo post fortemente critico pubblicato nel 2009 e intitolato Why I Hate Star Trek. Stross parlava di un abbassamento della qualità della serie a partire da Next Generation e ricordava un intervento a un edizione del New York Television Festival di Ron Moore, sceneggiatore per Star Trek e Battlestar Galactica, il quale spiegava al pubblico come funzionava la sceneggiatura della serie tv nei momenti più drammatici.
Secondo la testimonianza di Moore, gli sceneggiatori non partivano dal dato scientifico, da un background culturale per estrapolare soluzioni di trama scientificamente coerenti, ma nel buttare giù lo script inserivano la generica parola “tech” che, a posteriori, i consulenti scientifici avrebbero sostituito con una qualche tecnologia che desse al tutto un minimo di verosimiglianza.
Per spiegarsi meglio, Moore – annotava Stross sul blog – riproduceva un un immaginario scambio di battute tra La Forge e Picard.
Eccolo:
La Forge: “Capitano, la tech è in avaria!”
Picard: “Inserisca la tech ausiliaria su quella principale.”
La Forge: “Capitano, ho provato a modificare la tech ma non funziona!”
Picard: “Allora siamo condannati.”
Data: “Capitano, c’è una teoria per la quale se utilizziamo questatech su quest’altra tech…”
Diciamo che in mezzo secolo qualche calo della qualità ci può stare. Certo, la vera partita, Star Trek se la gioca oggi. Tra Internet, serie tv e una fantascienza che è sempre più lontana da quella di cinquant’anni fa, l’Enterprise continuerà a viaggiare alla scoperta di nuovi mondi o si perderà nelle galassie della nostra infanzia?