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Real Mars, nemmeno lo spazio sfugge al Grande Fratello – recensione3 min read

20 Agosto 2016 3 min read

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Real Mars, nemmeno lo spazio sfugge al Grande Fratello – recensione3 min read

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Esiste la fantascienza massmediologica? Il termine non è bellissimo, me ne rendo conto, ma se mai ci fosse un tale sotto genere sarebbe quello di appartenenza di Real Mars, romanzo di Alessandro Vietti pubblicato da Zona42. La storia in breve: in un futuro vicino al nostro presente (così vicino che i ragazzi giocano alla PlayStationX, le news si seguono su Sky TG 24 e ci si può connettere alla rete anche tramite lenti EYE-WATCH), l’ESA (European Space Agency) per finanziare la prima missione umana su Marte, si appoggia allo showbusiness trasformando il viaggio verso il pianeta rosso in un reality show.
quattro astronauti a bordo della Europe 1 – il comandante Kostantin Beznosov, la chimica e geologa Ulrike Reimann, la biologa Therèse Fernandez e l’ingegnere Ettore Lombardi – agiscono e parlano continuamente spiati dall’occhio del pubblico. Ci sono poi altri personaggi, rimasti a Terra – Ortega, presentatrice sexy che coordina gli ospiti nello studio di Real Mars; Madame, veggente trans che ha avuto una visione poco rassicurante a proposito del viaggio; poi gli spettatori, che in un modo o nell’altro si sentono connessi anche emotivamente al destino dei quattro astronauti e che compongono le voci di una narrazione corale.
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Maggiori squarci sugli usi e i costumi del tempo in cui è ambientato il romanzo, ce li forniscono i numerosi spot che sono inseriti tra un capitolo e l’altro. Veniamo così a sapere che la Comunità Europea ha autorizzato la clonazione del proprio cane, che un numero verde è a disposizione per quei cittadini che sospettano qualcuno di terrorismo, che è stata lanciata in commercio una gomma da masticare che funziona come un test di gravidanza eccetera.
Queste le premesse di un romanzo che usa la fantascienza non più per immaginare il futuro, ma per mettere i lettori davanti alle contraddizioni del nostro presente, spostando l’ambientazione in un tempo di poco più avanti e drammatizzando gli aspetti dell’epoca che stiamo vivendo: pervasività dalle nuove tecnologie, irruzione nella privacy eccetera. Quello di Real Mars è dunque un “presente dopato”. Riguardo all’aspetto scientifico, l’opera mi sembra verosimile e ben documentata. Dico “mi sembra” perché non sono un ingegnere ma l’autore sì e almeno a un lettore privo di una preparazione in materia, la storia risulta ben documentata.
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Il punto di vista della narrazione è quello televisivo. Il romanzo si gioca soprattutto tra gli studi della trasmissione Real Mars e la Europe 1 con incursioni nelle esistenze dei telespettatori, colti davanti allo schermo, mentre chiacchierano alla fermata dell’autobus e in altre circostanze della loro quotidianità.
Il romanzo di Vietti si legge bene, è un esempio di fantascienza attuale, matura, che si lascia alle spalle gli extraterrestri, le autovolanti e altri effetti speciali che ormai non stupiscono più. Solo su un paio di punti l’autore mi ha lasciato perplesso. Real Mars a tratti sembra un romanzo scritto più negli anni Novanta o nei primi Duemila (gli anni, in effetti, di esplosione dei reality show) che oggi. Si parla troppo di televisione, di prime pagine, copertine, interviste sui magazine e troppo poco di Facebook, Twitter, youtuber e blogger. La rete è presente, ma non quanto dovrebbe. Poi, mi chiedo se sia verosimile che in un futuro – per quanto vicino – in cui l’uomo avrà preso la decisione di partire su Marte, in tv (ma esisterà la tv?) dovremmo ancora sorbirci le interviste della Bignardi a Fabio Volo e le seratone di Porta a Porta coordinate dell’alieno Vespa.

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