Punteggiatura, le regole base3 min read
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L’uso del punto, del punto e virgola e della virgola, alcuni di voi potranno trovarlo istintivo, connaturato all’atto stesso di scrivere, ma ci sono delle regole che magari ci siamo scordati ed è meglio ripassare.
PUNTO
Come: sempre attaccato alla parola che precede e separato da una spaziatura da quella seguente.
Quando: va utilizzato al termine di ogni periodo sia nel testo sia nelle note sia nelle didascalie.
Nei titoli, di solito, si omette, per una questione estetica, ma non nei sottotitoli quando sono seguiti da testo.
Nelle abbreviazioni, se la contrazione è formata dal gruppo di lettere iniziali e finali, il punto si mette nel mezzo. In alcuni casi non si mette affatto.
Esempio: fratelli diventa f.lli; spettabile diventa spett.le; ca invece per circa.
Quando una frase termina per abbreviazione si scrive un unico punto finale.
Vado al supermercato a comprare la frutta, banane, pesche, mele ecc.
PUNTO E VIRGOLA
Come: sempre attaccato alla parola che precede e separato da una spaziatura da quella seguente.
Quando: indispensabile in tutti i casi previsti dalla grammatica, può essere utilizzato per separare i termini di una elencazione. È facoltativo se i termini sono costituiti da una lista verticale di proposizioni; è obbligatorio se sono dati in lista orizzontale.
Punto e virgola obbligatorio:
Nello zoo vi erano numerose gabbie, tante quante gli animali esposti: scimmie nella prima gabbia dopo l’entrata; tartarughe in quella che confinava con il laghetto; una grande tigre proprio vicino alla statua di Giuseppe Garibaldi; l’ultima gabbia ospitava un enorme serpente boa.
Punto e virgola facoltativo:
Nello zoo vi erano numerose gabbie, tante quante gli animali esposti:
* scimmie nella prima gabbia dopo l’entrata
* tartarughe in quella che confinava con il laghetto
* una grande tigre proprio vicino alla statua di Giuseppe Garibaldi
* un enorme serpente boa nell’ultima gabbia
Da molti scrittori il punto e virgola viene evitato se non aborrito quasi per una questione di principio. Kurt Vonnegut lo considerava ambiguo, l’ermafrodita della punteggiatura. Se vuoi saperne di più sul rapporto tra autori di successo e punto e virgola leggi qui.
DUE PUNTI
Come: sempre attaccati alla parola che precedono e separatati da una spaziatura da quella seguente.
Quando: obbligatorio per introdurre frasi e tratti diversi di testo come inserti, citazioni, dialoghi. Va sempre utilizzato nell’introduzione di elenchi sia verticali che orizzontali.
PUNTO INTERROGATIVO E ESCLAMATIVO
Come: all’interno di un discorso virgolettato, vanno messi dentro le virgolette altrimenti dopo le virgolette di chiusura.
PUNTINI DI SOSPENSIONE
Come: solo tre, anche quando si trovano alla fine di un periodo o di una citazione virgolettata. Se messi all’interno di una frase di solito sono spaziati dalla parola che precedono (“mi sentivo… stanco, molto stanco“). Alla fine di una frase, sono attaccati alla parola che precedono (“Ti odio, non sai quanto…“).
Non precedono mai il punto interrogativo/esclamativo o la virgola, ma li seguono.
Dopo i tre puntini, lettera maiuscola se comincia un nuovo periodo, altrimenti minuscola.
VIRGOLA
Come: sempre attaccata alla parola che precede e separata da una spaziatura da quella seguente.
Dove: nell’elencazione di termini, come per il punto e virgola, obbligatoria in senso orizzontale, facoltativa in senso verticale.
Non va mai usata tra soggetto, predicato e complemento oggetto.
Si usa spesso negli incisi delimitando quest’ultimo tra due virgole, all’interno del discorso principale: “La festa di Sant’Ermete, patrono di Forte dei Marmi, si celebra sulla spiaggia con fuochi d’artificio“.
VIRGOLETTE
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fonte: Piccolo manuale di editing, a cura di Ferdinando Scala e Donata Schiannini