Trama, fabula e i 4 momenti di cui è fatta una storia3 min read
Reading Time: 3 minutesCi sono due modi sostanziali di organizzare temporalmente gli eventi in una trama: cronologicamente e per anacronia, ovvero, seguendo il corretto corso logico-temporale dei fatti, secondo la classica concatenazione causa-effetto, o portando avanti la narrazione su più livelli, biforcandola con flashback e anticipazioni.
Le narrazioni cronologiche, sono dette fabula, quelle per anacronia, intreccio.
Un esempio di fabula è la Divina commedia. Il viaggio di Dante, sostanzialmente, è lineare. Ogni tappa è necessaria per accedere allo scenario successivo e gli eventi sono esposti nel corretto ordine cronologico, dallo smarrimento del poeta nella selva oscura alla visione di Dio, il punto più alto del Paradiso. Nell’Odissea abbiamo un esempio di intreccio: la narrazione non è cronologica ma anacronica. Abbiamo prima la fuga di Telemaco da Itaca in cerca del padre; poi il naufragio sull’isola di Alcinoo di Ulisse; il suo racconto dei fatti intercorsi dalla partenza da Troia (flashback); infine i ritorno di Ulisse a Itaca per liberarla dai proci invasori.
Ora, concentriamoci sulla fabula, che è anche il modo più facile di scomporre una storia. Secondo la narratologia, un’opera narrativa è composta da più nuclei tematici che, connessi tra loro, formano la trama. I nuclei tematici sono motivi ricorrenti nella letteratura come ad esempio il matrimonio quale lieto fine delle peripezie tra due innamorati, il decadimento in povertà del ricco avaro eccetera, e sono parecchi. Ne sono stati riconosciuti più di mille, quindi le combinazioni possibili sono pressoché infinite. Tutte le storie, però, sembrano coprire quattro momenti precisi:
Esposizione: vengono delineati personaggi e situazione che daranno corpo e ambientazione alla vicenda. Possiamo già da subito avere sia una situazione di equilibrio (Il signore degli anelli) che di conflitto (Odissea).
Esordio: accade un evento che sovverte l’ordine iniziale e avvia la vicenda.
Peripezie e spannung: siamo nel vivo della vicenda. Gli eventi sono mutati – in meglio o in peggio – rispetto all’esposizione. Il massimo della tensione narrativa – spannung – si ha quando i fatti si sono messi in modo tale che la vicenda sembra in bilico tra una conclusione o l’altra.
Scioglimento: la tensione culmina nel finale che può essere lieto come tragico.
Ogni opera narrativa passa attraverso questi quattro momenti, sia essa una fabula che un intreccio. Diciamo che nelle fabule tutto risulta più chiaro perché più ordinato, e nei componimenti brevi come i racconti, queste quattro parti emergono in modo chiarissimo. Ad esempio nei racconti di Dino Buzzati o nei romanzi brevi di Italo Calvino (Cavaliere inesistente, Visconte dimezzato) o ancor più nelle fiabe.
Proviamo a scomporre quella di Cenerentola.
Esposizione: Cenerentola, rimasta orfana vive come serva presso la casa della zia e delle due cugine.
Esordio: il re decide di dare un ballo a cui sono invitate tutte le nobili del regno in età da matrimonio, affinché il principe trovi una sposa.
Peripezie e spannung: grazie all’incantesimo della fata, anche Cenerentola va al ballo trasformata in principessa. Balla col principe che si innamora di lei, ma alla mezzanotte l’incantesimo svanisce e così lei se ne va, senza che lui possa rintracciarla. Lo spannung qui, consiste nella possibilità che la storia d’amore non si concretizzi e Cenerentola torni per sempre alla sua vita miserabile.
Scioglimento: il principe, grazie alla scarpina di cristallo, trova Cenerentola e la sposa.
Prima di cominciare un romanzo, per avere le idee chiare, oltre alla regola delle cinque W, vale anche quella di suddividere la vostra storia nei passaggi di cui sopra.