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Virgolette alte, basse o trattino: cosa preferisci nei dialoghi?4 min read

30 Marzo 2016 4 min read

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Virgolette alte, basse o trattino: cosa preferisci nei dialoghi?4 min read

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Le virgolette possono essere:
basse «» (caporali)
alte “ ” (all’inglese)
singole ‘ ’ (apici).
Si usano in diversi contesti:
per delimitare una citazione;
per delimitare il titolo di un giornale;
per mettere in evidenza una parola o un’espressione dall’uso ironico o figurato
e, ovviamente, per delimitare un discorso diretto.
Quest’ultimo è il caso che ti interessa se sei un autore e stai scrivendo un romanzo dove sono presenti dei dialoghi.
Non c’è una regola fissa per quanto riguarda le virgolette. Di solito una casa editrice adotta le une piuttosto che le altre e l’interpunzione che contraddistingue il dialogo finisce coll’essere una sua cifra di distinzione.
Oltre alle virgolette, in letteratura può essere usato anche il trattino.
A prescindere dall’uso che ciascuna casa editrice fa delle virgolette e dell’interpunzione, di norma, nei dialoghi:
si usano le virgolette basse o alte
l’uso delle virgolette non sostituisce quello della punteggiatura nel dialogo, né in quegli interventi, come l’inciso, che il narratore apporta all’interno di un dialogo.
Nel solo discorso diretto, la punteggiatura è interna alle virgolette:
«Lui si stava annoiando.»
«Tu sei pazzo!»
«Tu sei pazzo…»
«Ma sei pazzo?»
la punteggiatura è posta fuori dalle virgolette quando il discorso è introdotto da una frase:
Disse: «Tu sei pazzo».
a meno che il discorso diretto non termini con un punto esclamativo, di domanda o con i puntini di sospensione:
Disse: «Tu sei pazzo!»
Disse: «Tu sei pazzo?»
Disse: «Tu sei pazzo…»
se il discorso diretto è inserito in un periodo complesso, la virgola viene usata solo in mancanza di segni di interpunzione:
Disse: «Tu sei pazzo», e chiuse la porta.
qualora ci fossero altri segni di interpunzione, la virgola decade:
Disse: «Tu sei pazzo!» e chiuse la porta.
Disse: «Tu sei pazzo?» e chiuse la porta
Disse: «Tu sei pazzo…» e chiuse la porta.
quando il dialogo è spezzato da un inciso, le due virgole sono esterne alle virgolette mentre il punto finale è interno:
«Tu sei pazzo», disse, «io chiudo la porta e me ne vado.»
se invece la virgola appartiene al discorso diretto, anche se quest’ultimo è spezzato da un inciso, rimane interna alle virgolette:
«No,» disse, «non credo che tu sia pazzo.»
di solito, se la prima parte di un discorso diretto termina con un punto esclamativo, un punto interrogativo o i puntini di sospensione, l’inciso termina con un punto fermo:
«No!» disse. «Non credo che tu sia pazzo.»
«No?» chiese, in tono ironico. «Non credi che io sia pazzo?»
«No…» disse. «Tu non sei pazzo.»
se nel discorso diretto c’è un punto o un punto e virgola, di solito, se viene spezzato da un inciso, tale segno di punteggiatura si colloca dopo l’inciso, che è preceduto da una virgola:
Discorso diretto (punto fermo): «No. Tu non sei pazzo.»
Discorso diretto con inciso: «No», disse. «Tu non sei pazzo.»
Discorso diretto (punto e virgola): «No; tu non sei pazzo.»
Discorso diretto con inciso: «No», disse; «tu non sei pazzo.»
Quelle appena descritte sono le soluzioni suggerite da un valido manuale di editing che consiglio a tutti, il Piccolo manuale di editing a cura di Ferdinando Scala e Donata Schiannini.
Tuttavia, come dicevamo, ogni casa editrice è una storia a sé.
Ecco tre esempi che si distinguono l’uno dall’altro.
Adelphi usa le virgolette basse, i segni di interpunzione (virgola, punto esclamativo, interrogativo, puntini di sospensione) dentro le virgolette e il punto finale fuori.
«Prima o poi una risposta dovrai darmela,» disse «non puoi lasciarmi in sospeso in eterno».
«Avevo voglia di ballare» disse la ragazza «come se non muovessi i piedi da un secolo!».
«Ti odio!».
«Ho una fame da lupi» dissi.
Feltrinelli usa le virgolette alte, i segni di interpunzione (virgola, punto esclamativo, interrogativo, puntini di sospensione) e il punto finale dentro le virgolette.
“Prima o poi una risposta dovrai darmela,” disse, “non puoi lasciarmi in sospeso in eterno.”
“Avevo voglia di ballare” disse la ragazza, “come se non muovessi i piedi da un secolo!”
“Ti odio!”
“Ho una fame da lupi” dissi.
Mondadori usa le virgolette basse. Di solito, i segni di interpunzione sono esterni alle virgolette, il punto finale invece è interno quando chiude il dialogo. Nelle battute con inciso quasi sempre quest’ultimo termina con un punto.
«Prima o poi una risposta dovrai darmela» disse. «Non puoi lasciarmi in sospeso in eterno.»
«Avevo voglia di ballare» sussurrò la ragazza. «Come se non muovessi i piedi da un secolo!»
«Ti odio!»
«Sei pazzo?» urlò. «Non farei una cosa simile!»
Egli disse: «Io distruggerò il mondo».
in certi romanzi, nei discorsi diretti introdotti da frase e che terminano con un punto esclamativo o di domanda, ho trovato lo stesso un punto dopo le virgolette:
Egli urlò: «Io distruggerò il mondo!».
Trattino. In quei casi non rari, vedi Einaudi, in cui si usano i trattini al posto delle virgolette, è bene sapere che:
il trattino utilizzato è quello lungo, seguito da spaziatura, non breve (questo: – e non questo: -)
il trattino apre il discorso diretto, senza chiuderlo, se non è seguito da inciso o testo che continua;
le virgolette rimangono interne;
se dopo il dialogo, il testo continua, di solito l’eventuale punti si colloca dopo la chiusura del trattino:
– Bisogna trovare il modo di farlo uscire, – disse Giulio, – magari organizzando la fuga attraverso le docce –. Buttò a terra la sigaretta e fece cenno che ora era meglio tacere.

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