La fantascienza al cinema ridotta a un’overdose di immagini4 min read
Reading Time: 4 minutesarticolo scritto per Wired.it
Da qui al 2020 ci sarà un’invasione al cinema di fantascienza mainstream. Non che negli anni scorsi non ce ne sia stata, ma per i prossimi quattro, le uscite sono così tante che c’è da comprare un’agenda dedicata.
Cito, a memoria, i grandi titoli che mi vengono in mente, partendo da questo 2016 (e non in ordine di uscita): Star Wars -Rogue One, spin-off della saga di Guerre Stellari; Allegiant: Part 1, nuovo capitolo della saga distopica di Divergent; Indipendence Day: Resurgence; Star Trek Beyond (da non perdere perché a bordo dell’Enterprise ci sarà anche Carletto Ancelotti); Ghostbusters, reboot del primo film uscito nell’84; Assassin’s Creed, resa cinematografica dell’omonimo videogioco. Sicuramente mi sono perso qualche titolo: aiutatemi a ricordare, se avete voglia e tempo.
Salvo impatti asteroidali o invasioni degli alieni, verrà il 2017 dove domineranno sostanzialmente due colossal che, guarda caso, stando alle ultime news, usciranno in sala a 10 giorni di distanza, ovvero: Star Wars Episodio VIII e Avatar 2, rispettivamente il 15 e il 25 dicembre. Prima del santo Natale, però avremo più di un’occasione per non rimanere a casa (o scaricare film illegalmente dalla rete). Usciranno Blade Runner 2 (data ancora da definirsi); Alien: Covenant, sequel della saga prequel di Prometheus che, stando al regista Ridley Scott, potrebbe proseguire con altri due capitoli; Ghost in the Shell; il terzo capitolo di Wolverine; Transformers 5 (dite la verità, sentivate la mancanza di un bel tramonto con bandiera americana sventolante, firmato Michael Bay, eh?).
Per il 2020, poi, si parla da tempo di altri film, per ora solo sulla carta, ma che hanno buone chance di realizzazione come King Kong, Godzilla e relativi crossover, e nuovi capitoli delle saghe di Alien e Prometheus.
Considerando questi titoli, alla domanda tormentone: “la fantascienza è morta?”, mi sentirei di rispondere: “sì, almeno al cinema”.
Risponderei così perché non sono certo che molti dei film citati siano fantascienza. Ho qualche difficoltà a far rientrare nel genere la saga di Star Wars, le cui derive nel fantasy sono notevoli. Ne ho diverse a riconoscere come fantascienza Transformers, Wolverine (per cui, forse, c’è già un genere di riferimento, il “superhero”) e Assassin’s Creed.
E risponderei di sì perché se la funzione della fantascienza era quella di immaginare e porsi domande sul futuro, questi film non ispirano grandi interrogativi. E lo dico senza snobismi. Amo Star Wars anche se l’ultimo episodio, Il risveglio della forza, non mi ha raccontato nulla di nuovo. Mi diverte Transformers, anche se non trovo grosse distinzioni tra i vari episodi, a parte i primi due dove compariva Megan Fox.
Forse i film che ho citato sono un tipo di fantascienza voyeuristica, sotto genere dove l’immagine è tutto e ha nel cinema la sua piattaforma di riferimento, ma si rigenera sugli screensaver del computer, le gallery e le parodie su Facebook, le infografiche su Pinterest, le app eccetera. Una fantascienza dove la parabola narrativa ha un’importanza secondaria. Del resto, quanti di voi sono andati a vedere Il risveglio della forza sinceramente in ansia per le sorti della Resistenza? Quello che vogliamo vedere sono le truppe imperiali all’assalto o il bagliore della spada laser. Vogliamo appunto vedere, non capire come andrà a finire una storia già nota, tra l’altro.
Comunque, per chi ama le storie, una fantascienza che ha il coraggio di raccontarne ancora esiste. Cito The Lobster, premio della giuria a Cannes 2015, film grottesco, con elementi fantastici e sci-fi, regia di Yorgos Lanthimos, nel cast Colin Farrell, Rachel Weisz e Léa Seydoux. In un futuro distopico le persone single vengono forzate a soggiornare in alberghi per innamorarsi o essere trasformate in animali. Nel 2015 era uscito Predestination, di Michael e Peter Spierig, protagonista Ethan Hawke, ispirato al racconto di Robert A. Heinlein Tutti voi zombie, storia che porta all’estremo il paradosso del viaggio nel tempo.
Per questo 2016 segnatevi Passengers (a dicembre negli Usa), sci-fi romance diretto da Morten Tyldum (The Imitation Game), con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. Prodotto da Sony, un cast che garantisce un certo richiamo al botteghino, Passengers non è un indie movie, ma promette di essere un prodotto fuori dal comune. La trama, in breve: durante un viaggio verso un pianeta da colonizzare, un membro dell’equipaggio, a causa di un guasto al computer, si sveglia con sessant’anni di anticipo. Davanti alla prospettiva di invecchiare e morire in solitudine, decide di svegliare un secondo elemento.
È già qualcosa.
È già un abbozzo di storia.
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