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Oggi Hitler leggerebbe fantasy?3 min read

19 Novembre 2015 3 min read

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Oggi Hitler leggerebbe fantasy?3 min read

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Domani, 20 novembre, sarà il settantenario del processo di Norimberga. Cosa rimane del periodo più buio del Novecento? Qualcosa, purtroppo, e nemmeno poco. L’ombra del nazismo non si è dileguata del tutto dalla Germania e, più in generale, dal vecchio continente. La prova di ciò la ritroviamo nelle parole che
 Cornelia Funke (foto sotto), una delle più note scrittrici fantasy in Germania – ritenuta dal Time la risposta tedesca a JK Rowling – aveva speso al Telegraph Bath Festival of Children’s Literature del 2014 riguardo allo sforzo che gli scrittori tedeschi dovevano compiere per riabilitare il fantasy dai danni compiuti dal nazismo.

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La Funke è stata illustratrice di libri per l’infanzia e pedagoga per bambini socialmente svantaggiati oltre che autrice. Ha firmato best seller come Il re dei ladri e laTrilogia del mondo d’inchiostro. La sua affermazione prendeva in causa l’uso sistematico che tutte le dittature – non solo quella nazista – hanno fatto del mito, snaturandolo e utilizzandolo come strumento di propaganda.
Il fascismo utilizzava miti e favole“, aveva dichiarato l’autrice, “corrompendoli fino in fondo“. Aveva poi aggiunto che si sentiva colpevole di ciò che il suo Paese aveva compiuto in passato e che trovava più facile ambientare le sue narrazioni negli Stati Uniti piuttosto che in Germania perché si sentiva meno vincolata dalle ombre della Storia.
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Sulle derive occultistiche di Hitler (il quale menzionò in una sua poesia del 1915, il dio Wotan, l’”odino tedesco”) sono stati versati fiumi d’inchiostro. Le coreografie della Germania nazista sembrano prefigurare le scene di battaglia di certi film fantasy. Hitler stesso era appassionato di esoterismo e di oggetti di culto oltre che di capolavori che saccheggiava dai paesi occupati. Riguardo a questo argomento, vi consiglio un thriller appena uscito, Darkland, di Paolo Grugni, ambientato in Germania e che reinterpreta il nazismo in una chiave culturale, tenendo conto dell’influenza (nefasta) che la mitologia ebbe su chi lo fondò e chi ancora ne porta avanti il culto, segretamente.

Popoli che insorgono, eroi che guidano rivolte, battaglie epocali, magia, figli predestinati, dei nemici e amici, il fantasy attua lo stesso processo di mitizzazionedivinizzazione del quotidiano che, spesso, le dittature hanno applicato su loro stesse. Sarebbe un errore madornale, tuttavia, considerarlo un genere tendenzialmente nazista o anche solo reazionario, come certa critica aveva fatto col Signore degli anelli di Tolkien (che, in risposta a un editore tedesco che gli chiedeva garanzie sulle sue origini ariane, scriveva: “Io non sono di origine ariana, cioè indo-iraniana; per quanto ne so, nessuno dei miei antenati parlava indostano, persiano, gitano o altri dialetti derivati”).

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Riguardo ai miti inquinati dalla propaganda nazista o fascista. Non ho idea di quanto la mitologia sia pregna di nazismo agli occhi di un giovane autore tedesco. Credo però che un autore italiano, anche di grande sensibilità e riguardo verso le tragedie della storia, scriverebbe una saga fantasy di guerre e predestinati, senza il timore di fare un’apologia del fascismo.

Come mai? Forse il fascismo ha fatto minor uso di miti e leggende del nazismo. Ma secondo me c’è anche una spiegazione che risale al romanticismo. Noi mediterranei non siamo stati investiti da questa corrente culturale e artistica come i nordici. Il romanticismo non è stato l’anticamera del nazismo, ma sicuramente ha preparato i tedeschi a vivere la dittatura nazista diversamente da come noi italiani eravamo preparati a vivere il fascismo. Il romanticismo fa leva sull’irrazionalità, la passione, le atmosfere cupe, il mistero tutti elementi che impregnano il mito di una valenza potente. Forse questo intendeva la Funke. Il romanticismo è qualcosa che i tedeschi hanno nel sangue. Una forza passionale che può diventare oscura e degenerare.

Quando si parla di mito o se ne scrive (come avviene inevitabilmente nelle opere fantasy) quell’istinto emerge. Li forza a guardare al passato e a tenerne conto mentre scrivono nel presente. E questo è un presente in cui è facile lasciarsi trasportare dalla passione, dalla sete di vendetta e rispondere agli attacchi terroristici con azioni di uguale crudeltà ed efferatezza. Ma siamo sicuri che sia questo il modo per sconfiggere l’Isis e mettere per sempre a tacere le ombre del nazismo?

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