Come prepararsi alla stesura di un nuovo romanzo3 min read
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Isolamento
La fase di assorbimento è terminata. La realtà ti ha ispirato fornendoti spunti per una nuova storia che hai elaborato. Non rimane che scriverla. Dato che scrivere è un po’ come pregare, un processo che necessita fede, concentrazione e solitudine, ti consigliamo di chiuderti nella casa al mare, in montagna, in campagna o in una stanza dove nessuno possa romperti le scatole.
Pause
Scrivere è uno sforzo intenso, un flusso elettrico che attraversa la tua anima e brucia i tasti della tastiera. Ma ogni tanto serve tirare il fiato. Inventati qualcosa. Gesti compulsivi quanto per un gatto lo è leccarsi il pelo, vanno più che bene. Aiutano a “ingabbiare” la mente in qualcosa che non ha nulla a che fare con lo sforzo creativo.
Per concentrarsi meglio
Hai scritto una pagina e ora la stai rileggendo, soppesando attentamente le parole, la punteggiatura. Una sigaretta ti aiuterebbe a soppesare meglio, ma hai smesso di fumare. Trova qualcosa di alternativo. Tendere un elastico tra le dita, triturare un bastoncino di liquirizia, masticare una gomma, insomma, qualcosa che aiuti la concentrazione.
Intervallo
Molti autori scrivono la mattina seguendo orari che ricordano quelli delle lezioni al liceo. Tipo dalle 8 alle 12 o alle 13 (Alberto Moravia era tra questi e anche Stephen King lo è). La ricreazione per spezzare il ritmo lavorativo è consigliata. Salva il doc di Word e prenditi 15-20 minuti per fare altro: una doccia oppure una telefonata. Però non fare niente che per essere terminato sforerebbe il tempo dell’intervallo, tipo guardare la puntata di una serie tv o fare una partita a un videogioco.
In caso di blocco creativo…
Fai lavori manuali. Aggiustare il rubinetto, pulire il pavimento, lavare i piatti riordinare casa tua potrebbe esserti d’aiuto per riordinare le tue idee, mettere frasi e scene nella giusta sequenza affinché la storia riprenda l’avvio. C’è un racconto postumo molto bello di Raymond Carver, intitolato Legna da ardere dalla raccolta Se hai bisogno chiama. Parla di un uomo in una fase critica della sua vita, in un periodo di riflessione, e del gesto di tagliare la legna. Leggilo e capirai che i blocchi sono utili al processo creativo.
Niente Internet
Abbiamo detto che scrivere è come pregare. Si è mai visto un prete che mentre recita il Padre nostro chatta su skype o si connette al sito di news? No, non si è mai visto. Disconnettiti dal mondo virtuale: è l’unico modo per connetterti a quello che hai dentro e attende di essere messo su pagina.
Non avere fame
Una volta ero stato a un seminario per combattere la paura di volare. Tra i consigli elargiti per prepararsi al decollo, c’era quello di salire a bordo a pancia piena. La fame rende inquieti e nervosi. Scrivere è un po’ come volare e viaggiare. Fai una buona colazione e siedi al computer in una condizione tale che nessun istinto possa turbarti. A parte quello di raccontare.
Cestino
Se sei di quelli che stampano prima di rileggere metti un cestino all’angolo opposto della stanza e appallottola ogni pagina che non ti piace per fare canestro. Si tratta di un gesto simbolico per convincerti una volta per tutte che ciò che hai scritto non va bene ed è da buttare.
Termina con un’idea
Non terminare mai un giorno di lavoro con la sensazione di non sapere cosa scriverai l’indomani. Potrebbe inquinare la tranquillità necessaria per lasciare ossigenare il cervello tra una sessione di scrittura e l’altra. Finisci ogni giornata lavorativa sapendo già come comincerai la successiva.