Dickens 2.0, il romanzo seriale si sviluppa su Internet in tempo reale6 min read
Reading Time: 5 minutesarticolo di Fabio Deotto per Wired.it

Stasera, intorno alle 19, andate sul sito pckwck.com. Vedrete uno scrittore scrivere un libro in tempo reale: ci sarà un lungo testo scorrevole, con un cursore colorato che salta da un punto all’altro aggiungendo virgole, correggendo frasi, riscrivendo interi paragrafi. Non si tratta di un autore qualunque, né tantomeno di un libro qualunque. Joshua Cohen, scrittore newyorchese che la critica americana non esita a paragonare a personaggi del calibro di Philip Roth e David Foster Wallace, sta sostanzialmente riscrivendo (o meglio: liberamente reinterpretando) il primo romanzo di Charles Dickens, Il Circolo Pickwick, e lo sta facendo sotto gli occhi di tutti, consentendo a chiunque di intervenire attraverso un’apposita chat, commentando o fornendo consigli sulla scrittura. Ha cominciato alle 19 di lunedì scorso, 12 ottobre, e continuerà ogni giorno, tra le 19 e le 24, fino a venerdì prossimo, 16 ottobre.
L’iniziativa è promossa da Useless Press, il collettivo editoriale responsabile di una fra le più interessanti perle parodistiche della rete, The Data Drive. Quella che potrebbe sembrare la spacconata di un autore in cerca di visibilità, è in realtà un arguto omaggio a un romanzo che ricopre un ruolo cardine nella storia della narrativa seriale.
Quando comincia a scrivere i primi episodi de Il Circolo Pickwick, Charles Dickens ha 24 anni ed è letteralmente alle prime armi: ha lavorato come praticante in uno studio legale, ha studiato stenografia e ha girato la Gran Bretagna come cronista. Nel 1836 il Morning Chronicle gli commissiona la pubblicazione di un romanzo a puntate, che usciranno come fascicoli allegati al periodico al prezzo di uno scellino. Lavorando agli episodi de Il Circolo Pickwick Dickens di fatto inventa una ricetta narrativa che caratterizzerà tutta la sua opera e quelle di altri autori a venire: un romanzo scritto e pubblicato in 20 puntate mensili da 32 pagine l’una, con due illustrazioni e l’inevitabile corredo di inserti pubblicitari.
Non è un caso che, in PCWCK, Cohen abbia deciso di embeddare una chat a lato della pagina scritta. Il feedback dei lettori era determinante nella costruzione della storia; basti pensare che il primo romanzo di Dickens non riscosse un vero successo fino al decimo episodio, quando l’autore si accorse che l’introduzione di un nuovo personaggio, la spalla comica Sam Weller, aveva letteralmente stregato il grande pubblico – da quel momento in poi, i fascicoli di Dickens diventarono ubiqui nella Londra Vittoriana. Certo, i feedback che ora compaiono nella chat di PCWCK sono in gran parte insulti e sproloqui (“Oh, puoi introdurre un personaggio chiamato Senzacazzo?”), ma Cohen è uno che la rete la conosce bene (per averne un’idea basta leggere il suo ultimo romanzo, The Book of Numbers), e sta già dimostrando di sapere piegare a suo beneficio anche i commenti più balzani.
Quello di PCWCK è un caso particolare, ma va a inserirsi in un solco che si delinea in modo ogni giorno più definito. Mentre molte nuove serie-TV si allontanano dall’impostazione episodica verticale tradizionale, complice anche la diffusione di piattaforme on demand come Netflix e Amazon Prime, nel panorama letterario la serialità sembra essere tornata di moda. E non mi riferisco soltanto alla tendenza di molte case editrici di puntare su trilogie e saghe, basta dare una rapida occhiata in rete per accorgersi che negli ultimi anni sono spuntate un po’ ovunque piattaforme che offrono una sorta di evoluzione 2.0 del vecchio romanzo d’appendice.
DailyLit è una casa editrice web che da quasi dieci anni gestisce un servizio che fornisce agli utenti romanzi a puntate utilizzando l’email. Dal 2006 DailyLit mette a disposizione un buon catalogo di romanzi contemporanei e classici (la maggior parte dei quali gratuitamente) che vengono suddivisi in “fascicoli” virtuali da leggere secondo la cadenza preferita: è possibile infatti scegliere la lunghezza di ogni puntata e ordinare una consegna quotidiana, settimanale, o personalizzata. L’obiettivo dichiarato di DailyLit è di adattare la letteratura alle esigenze dei lettori, che avendo sempre meno tempo a disposizione troverebbero molto più invitante una lettura dilazionata a quella integrale. DailyLit tuttavia non può ancora vantare di un’app mobile, e questo ne complica l’utilizzo per la maggior parte dei lettori digitali.
Non a caso altre piattaforme hanno deciso di puntare su un approccio diverso: offrire solo contenuti concepiti fin dall’inizio in modo seriale. Un tipo di approccio che è stato adottato da piattaforme come SerialTeller e EpiGuide, ma anche da aziende molto più grandi. Non ultima: Amazon.
Nel settembre del 2012 Jeff Bezos ha lanciato Kindle Serials, un servizio per la vendita di romanzi scritti in forma episodica. Quest’estate, poi, Amazon ha annunciato che a partire da luglio le royalties degli ebook del circuito Unlimited sarebbero state pagate agli autori a seconda delle pagine effettivamente lette dagli utenti. Il che può sembrare blasfemo, ma solo fino a un certo punto.
Il successo dei romanzi d’appendice di metà Ottocento era dovuto in gran parte al fatto che la lettura dei fascicoli richiedeva al lettore poco tempo e poco denaro, non solo, il fatto di non essere obbligato a comprare a scatola chiusa l’intero romanzo per poterne leggere degli stralci, metteva il lettore in una posizione di maggiore controllo: pago quello che leggo, se poi il libro non mi convince, potrò abbandonarlo senza sentirmi in colpa.
Certo, il modello produttivo richiesto dai romanzi seriali (la storia viene data in pasto al lettore a bocconcini, spesso prima che l’autore l’abbia terminata), espone l’autore a un tipo scrittura meno solido, a un numero limitato di revisioni e al rischio che una volta completata l’opera risulti poco omogenea. Ma a quasi 180 anni di distanza da quando Dickens scrisse il suo primo romanzo a puntate, l’impostazione episodica sembra ancora in grado di attrarre un gran numero di lettori, in particolare nelle fasce più giovani.
Basti pensare a Wattpad, una comunità di oltre 2 milioni di autori che ogni giorno producono 100.000 contenuti testuali per un bacino di lettori che si aggira intorno ai 45 milioni. Wattpad nasce come piattaforma per mettere direttamente in contatto autori e lettori, tagliando ogni intermediario, ma con il passare del tempo è diventata un punto cardinale per chi va in cerca di opere serializzate, in particolare di fan-fiction.
Liquidare Wattpad come “ricettacolo di scrittori della domenica che scrivono storie di genere per lettori poco navigati” è possibile, persino comprensibile, ma rischia di rivelarsi miope. Ci lamentiamo ogni santo giorno di come la gente legga sempre di meno, in particolare i giovani, ma quando poi scopriamo che milioni di ragazzini passano ore a leggere storie in rete, li liquidiamo come buzzurri incapaci di tenere in mano un vero libro. Quanti lettori forti hanno cominciato fin da piccoli a leggere Dostoevskij? Quanti invece hanno seguito un percorso che, guarda caso, cominciava proprio da contenuti seriali come i fumetti, le saghe per ragazzi o i gialli a episodi? Forse sarebbe il caso di interrogarsi sulla rinascita della letteratura seriale con un po’ più di buon senso.
Nel frattempo, Joshua Cohen continua a scrivere il suo PCKWCK, cinque ore al giorno, ogni giorno. A lato della pagina in fase di scrittura c’è un riquadro che trasmette il feed di una webcam piazzata sulla sua scrivania. Cohen ha iniziato pieno di energie, ma già il secondo giorno lo vediamo a torso nudo, visibilmente stanco, con una sigaretta piantata tra le labbra. Se scrivere è faticoso, farlo direttamente sotto gli occhi dei lettori assomiglia di più a una tortura.
Tradizionalmente la scrittura è un’operazione estremamente privata, di cui i lettori possono conoscere solo il risultato finale. La diffusione di nuove piattaforme per l’incontro autore-lettore potrebbe introdurre anche questa novità: un rapporto diretto e in tempo reale, tra chi racconta una storia e chi dovrebbe (il condizionale è voluto) semplicemente fruirla. Una prospettiva che porta con sé rischi enormi, ma vale comunque la pena interrogarsi sulle possibilità che nasconde. E farlo al netto di facili pregiudizi