La ragazza del treno, un thriller che non deraglia2 min read
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Ci sono certi libri che innescano un meccanismo compulsivo alla base della lettura. In altre parole, una volta che hai letto la prima pagina, sai che arriverai all’ultima in tempi abbastanza brevi.
Ho sperimentato questa felice compulsione diverse volte tra cui quando lessi i seguenti thriller:
Ti troverò di Shane Stevens
Il valzer dell’orrore di Joe R Lansdale
La gabbia delle scimmie di Victor Gischler
e…
L’attuale caso editoriale, La ragazza del treno di Paula Hawkins (edizioni Piemme).

L’idea alla base di questo thriller è semplice e già sfruttata: una donna guarda il panorama attraverso il finestrino mentre viaggia in treno, le case che sfilano e immagina come siano le vite di chi le abita. È la stessa idea alla base della Finestra sul cortile, tanto per dire. Ma guardare, ritrovarsi, intenzionalmente o meno, in una condizione di voyeurismo che ci porta a scoprire verità terribili è spunto di tante storie thriller, ad esempio Tishomingo Blues di Elmore Leonard.
La cosa particolare della Ragazza del treno è che ci sono vari io narranti. È come se entrassimo nella testa di tre donne: Rachel, che possiamo considerare la protagonista, Anna, che possiamo considerare l’antagonista almeno sul piano sentimentale, dato che ha “rubato” il marito a Rachel, e Megan, più una proiezione della donna che Anna vorrebbe essere che una persona reale. La storia, quindi, viene letta attraverso il punto di vista di tre personaggi femminili che sono un po’ l’alter ego – ora buono ora cattivo – l’una dell’altra. Rachel, una donna con problemi di alcolismo, amareggiata dalla fine del suo matrimonio, mentalmente instabile e che fatica ad avere una percezione corretta della realtà; Anna, attaccata a suo marito e alla figlia appena nata e che sente Rachel come una minaccia e Megan, una donna che si sente prigioniera di una relazione da cui vorrebbe evadere e ignora di essere osservata da Anna mentre il treno affianca la sua casa.
Dato che le tre donne vivono nello stessa zona, così come la Finestra sul cortile verte intorno a un omicidio condominiale l’azione e le indagini di questo thriller si svolgono nel territorio ristretto di un quartiere vicino a Londra affiancato dalla ferrovia. Anche questo è un aspetto piacevole del libro, perché cala bene il lettore in un contesto preciso, intimo, invece che generici sfondi metropolitani d’oltreoceano, lo affeziona a quelle case, a quegli scorci suburbani dove le vite delle tre donne si dipanano.
Basta. Non voglio aggiungere altro, non voglio spoilerare. Questo è un romanzo che si legge e una volta terminato probabilmente si dimentica sugli scaffali della liberria. Gioca unicamente sull’effetto a sorpresa. Forse il finale, a mio modo di vedere, risulta un po’ scontato, cinematografico e fa sì che La ragazza del treno sia una lettura piacevolissima, senza ritagliarsi un posto tra i classici del genere.
Ad ogni modo, se avete un lungo viaggio in treno che vi aspetta, sapete già qual è il vostro thriller.