Stephen King premiato da Obama con la National Medal of Arts2 min read
Reading Time: 2 minutesarticolo di Alberto Grandi pubblicato su Wired.it
Diceva Alberto Moravia che la grandezza di un autore dipende da quanta realtà è capace di inverare con la sua arte. Cioè quanto del suo vissuto decodifica agli occhi del lettore, rendendolo patrimonio dell’immaginario collettivo. Se dovessimo adottare questo parametro per valutare l’opera di Stephen King (Portland, 21 settembre 1947), potremmo affermare che si tratta di uno degli autori viventi più grandi degli Stati Uniti. Più grande di James Ellroy che ha circoscritto la sua arte alla Los Angeles degli anni ’50-’70. Più grande di Philip Roth la cui narrazione si concentra sulla difficoltà dell’integrazione della comunità ebraica in un’America geograficamente compresa tra Newark e New York.
Stephen King, nei suoi tantissimi romanzi fantastici (horror, fantasy e qualche incursione nella fantascienza), ha efficacemente “inverato su pagina” l’America più vasta e ignorata, quella della provincia.
È l’America che ha cominciato a raccontare fin dalla sua prima opera, Carrie, 41 anni fa, storia di una teenager emarginata e con poteri paranormali, che vive in una cittadina del Maine (che per l’autore diverrà luogo universale, metafora del mondo, come Macondo lo è stato per Gabriel Garcia Marquez), costellata di personaggi archetipi e reali: la reginetta della scuola, il bullo, i professori che non capiscono, madri ferme alla legge dell’Antico Testamento eccetera. È l’America che ha continuato a raccontare in It, Cose preziose, Pet Semetary e altri best seller.
In mezzo ha indagato l’introspezione psicologica, Il gioco di Gerald, il rapporto con il paranormale, L’occhio del male, quello con la celebrità, Misery, e poi Shining che ben più del film, esplora il nucleo familiare e l’alcolismo (un demone, quest’ultimo, con cui King ha fatto i conti personalmente).
King è un grande narratore, per questo giunge del tutto meritata l’onorificenza che il presidente Obama, ieri 10 settembre, gli ha conferito. Si tratta del National Medal of Arts, il più alto riconoscimento che un artista statunitense possa ricevere dal proprio paese. La Casa Bianca ha motivato così l’assegnazione: “[Stephen King] è uno degli scrittori più popolari e prolifici dei nostri tempi, che riesce a combinare la maestria nel raccontare storie con l’acuta analisi della natura umana” e ancora.:”Per decenni le sue opere di horror, giallo, fantascienza e fantasy hanno riempito di terrore e piacere lettori di tutto il mondo”.
Speriamo che continuino a terrorizzarci.
A proposito di nuovi incubi, il prossimo romanzo di King esce il 22 settembre (un giorno dopo il suo compleanno) col titolo Chi perde paga per Sperling & Kupfer.
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