blog di Alberto Grandi
Recensioni

Lascia stare la gallina – recensione di Andrea Micalone5 min read

3 Luglio 2015 4 min read

Lascia stare la gallina – recensione di Andrea Micalone5 min read

Reading Time: 4 minutes

lascia-stare-la-gallina-daniele-rielli-quit-the-finzioni-andrea-sesa-570x300

Titolo: Lascia stare la gallina
Autore: Daniele Rielli (Quit the Doner)
Genere: Narrativa/giallo
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 20,00 €

Noi non siamo uguali alla gente normale. Se noi siamo qua e loro fuori dalle mura di posti come questo è perché siamo antropologicamente superiori. Ci sono due umanità, Totò, quella coi soldi e il potere e quella senza“.

Volendo trovare in questo romanzo una citazione che lo descriva si potrebbe prendere questa, ma sarebbe riduttiva.
Per chiarirmi, devo dirlo subito: questo romanzo mi ha sorpreso oltre ogni più rosea aspettativa.
Rielli nel suo libro ci parla anche di potere, anche di soldi, anche di malavita, anche di gente comune, ma è così bravo da non finire in nessun cliché che questi concetti fanno immaginare. Mi aspettavo un buon libro, un testo interessante e avvincente, ma l’autore a mio parere ha fatto di più: ha creato un’opera che ha tutti i requisiti per essere inserita nella buona letteratura.
La trama si svolge come un classico giallo. Una ragazza viene uccisa in un campeggio di Frassanito, viene incolpato un ragazzo della sua morte e l’ex poliziotto Salvatore Petrachi, titolare di una ditta di security e immischiato in molti malaffari, viene incaricato di sbrogliare il caso. Queste vicende diventano il pretesto per descrivere i sanguinosi meccanismi di potere vigenti nella nostra cara penisola. Per la trama in sé vi consiglio di leggere direttamente il romanzo, poiché farne un riassunto sarebbe poco utile e rovinerebbe anche il gusto della sorpresa ai lettori.
Quello che invece desidero mettere in risalto è lo stile del testo e la ricchezza dei personaggi. Rielli, al suo esordio romanzesco, dimostra non solo di sapere come si crea una trama avvincente, ma anche di avere una capacità di scrittura stupefacente. Ogni capitolo si sposta su un personaggio diverso, descrivendone la natura e il linguaggio in modo vivido, ma mai giudicando (come appunto deve fare un romanzo eccellente). Infatti c’è critica sociale in questo testo, senza dubbio, ma non è mai una critica “scolastica”, non è una critica che vuole delineare il solco tra i buoni e i cattivi.
Trapela dunque da ogni riga un messaggio chiaro: le persone che si muovono sulla scena siamo noi. Ovviamente occorre fare le dovute proporzioni, poiché non tutti siamo invischiati ogni giorno in problematiche prossime alla malavita, ma è pur vero che tutti siamo colpevoli di disinteressarci del mondo che ci circonda. In questo romanzo ogni personaggio desidera un mondo migliore, ma nessuno crede davvero di poterlo migliorare, impegnato com’è ad arricchirsi nel bene o nel male. L’unico che sembra avere ancora delle oneste convinzioni ideologiche e morali, il giovane giornalista Ottaviano, viene trattato da tutti alla stregua di un ragazzino.
Nei salti da un capitolo all’altro e da un personaggio all’altro, l’autore miscela linguaggi e dialetti in modo tale da creare un forte senso di realismo. Se proprio vogliamo cercare un difetto in questo romanzo, forse potremmo trovarlo in questa molteplicità dei punti di vista. Talvolta vengono narrati fatti di personaggi di cui non siamo pienamente interessati ai fini della trama, ma Rielli è bravo al punto da rendere gradevoli anche questi punti. È come se ci volesse ricordare che le vite di tutti sono interconnesse e nessuno è semplicemente un nome, bensì tutti hanno un proprio mondo e una propria vita, anche le comparse.
A questo punto una menzione speciale va al protagonista: Salvatore Petrachi. Egli, se ci atteniamo alla trama in sé, potrebbe apparire come una figura interessata solo al potere, appiattita sulla propria spietata cattiveria. Rielli però intervalla alla narrazione alcuni flashback in cui ci mostra un Petrachi bambino o ragazzo e in queste occasioni ci invita a guardare con attenzione all’interiorità del personaggio. Alla metà del romanzo ho trovato in uno di questi intermezzi l’elemento che mi ha convinto più di tutti che tra le mani non avevo un “semplicemente buon libro”, ma un ottimo libro. Poiché non voglio rovinare la sorpresa ai lettori, premetto uno

SPOILER ALERT
Dopo che per metà del romanzo ci siamo abituati alla presenza di un Petrachi bestiale, privo di ogni apparente senso morale e abituato a divertirsi con prostitute d’ogni genere, scopriamo che in passato egli strinse un rapporto particolare con un suo professore del liceo. Il docente gli prestava libri e discorreva con lui amabilmente, dimostrandosi all’inizio come un semplice amico. Questa situazione rimase invariata sino al giorno in cui l’uomo tentò di baciarlo. Petrachi allora fuggì spaventato, ma spaventato non solo dall’atto dell’insegnante, ma soprattutto dal misterioso desiderio che sentì pulsare dentro di sé. In quel momento comprendiamo che tutta questa sua sfrontatezza virile è forse dovuta proprio al bisogno di celare pulsioni recondite che trova inaccettabili. Il personaggio, fino a quel momento un po’ scontato, guadagna nell’arco di poche righe una profondità stupefacente. Quest’idea, dal punto di vista della tecnica narrativa, l’ho trovata geniale.

Oltre al mosaico di personaggi mai banali, un’altra caratteristica interessante è l’inserimento nella narrazione di finti articoli di giornale. Questi riguardano gli eventi della trama, ma ogni articolo invece di raccontare ciò che è avvenuto, narra sempre una versione dei fatti studiata per far ricadere le colpe il più lontano possibile dai colpevoli e dai poteri forti. Il quadro che ne emerge è quello di un giornalismo completamente succube del potere, pronto a incolpare ogni volta l’immigrato di turno.
L’avvertimento che sembra darci Rielli, insomma, è lampante.

Conclusioni
La conclusione è evidente: ritengo questo romanzo tra i migliori italiani degli ultimi anni. Lo promuovo a pieni voti e lo consiglio a chiunque abbia voglia di un libro di valore.
Se questo è il suo esordio, penso che dobbiamo aspettarci moltissimo dal Daniele Rielli scrittore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prime o terze parti che memorizzano i (cookie) sul dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (technical cookies), per generare rapporti sulla navigazione (statistics cookies). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.