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La ragazza del treno – recensione di Paolo Armelli2 min read

24 Giugno 2015 2 min read

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La ragazza del treno – recensione di Paolo Armelli2 min read

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articolo di Paolo Armelli per Wired.it
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Difficile convincere i lettori non appassionati di thriller a provare un romanzo di questo genere. Eppure La ragazza del treno, l’esordio di Paula Hawkins che esce oggi in Italia per Piemme dopo aver spopolato in mezzo mondo, sembra il libro adatto a riuscire in un’impresa del genere. Perché, lontano dai cliché spionistici, terroristici o orrorifici della categoria, è un thriller che punta tutto sulla psicologia distorta e sull’alienazione. Il crimine alla base di tutto c’è, ma resta sempre un filo conduttore sullo sfondo, mentre la suspence è creata dalle bugie e dai non detti dei personaggi.
La protagonista è Rachel, una donna di mezz’età con qualche problema di dipendenze che ogni mattina si reca a Londra con lo stesso treno e alla sera fa il medesimo tragitto al contrario: pian piano si scoprirà che il quartiere su cui sofferma quotidianamente la sua attenzione è legato a lei più di quanto si possa pensare, ma diventa soprattutto il teatro di un tradimento e poi di un delitto su cui lei si sente costretta ad indagare, essendone diretta testimone, anche se su rotaie.
Anche la scelta di Rachel come punto di vista principale (si alterna, in realtà, con la voce di altre due donne in stile diaristico) è atipica: perché nei compiti di indagare e ricostruire la realtà in modo oggettivo Rachel è non sono inesperta, ma anche assolutamente inattendibile. Proprio sulla caduta delle convinzioni e sui ricordi che non sono mai quello che sembrano essere si gioca la potenza di questo incedere mozzafiato. Non guastano riflessioni non banali sul logoramento della vita di coppia e una certa impostazione quasi femminista nel valorizzare i personaggi donna del libro.
Il successo de La ragazza del treno è presto detto: uscito in gennaio negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ha raggiunto i vertici delle classifiche dopo pochissimo tempo (a 3 settimane dall’uscita in Uk aveva venduto 100mila copie segnando l’esordio letterario venduto più velocemente nella storia). Negli Stati Uniti dopo cinque mesi i libri venduti hanno superano i 2 milioni di copie, mentre la Dreamworks sta già lavorando a un adattamento per il grande schermo, anche data la grande qualità cinematografica, sia in velocità che nelle immagini, dello stile di Hawkins.
Dietro a questo thriller che non lascia scampo, c’è un elemento quasi inaspettato che forse spiega il successo e l’immedesimazione fra i lettori: la routine. Se Rachel non prendesse sempre gli stessi treni alle stesse ore e non osservasse sempre le stesse persone, non avrebbe mai potuto essere coinvolta in questa indagine pericolosa ma anche, per lei, salvifica. In fondo la cifra di lettura è proprio quella di una lotta all’alienazione costante, quando interessandoci alla storia (ad un libro) usciamo anche dalla nostra piccola, noiosa quotidianità.
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